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Antonio Guerra: l’intervista a Carmine di Napoli – New York

23 Gennaio 2025
844 Views
di Silvia Celesti

Dopo aver visto Napoli – New York (qui la recensione) abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio Antonio Guerra, l’attore che interpreta Carmine nel nuovo film di Salvatores. Si ringrazia PM5 Talent per l’intervista.

 

Come è avvenuto l’incontro con la recitazione?

«Dal 2021 quando ho interpretato il ruolo da protagonista nel cortometraggio diretto da Luca Esposito, dal titolo “A piedi nudi”».

 

Dove stai studiando recitazione?

Ho iniziato a studiare recitazione alla PM5 Talent di Peppe Mastrocinque, che è anche il mio agente e nel 2001 ho esordito come protagonista nel cortometraggio diretto da Luca Esposito, dal titolo “A piedi nudi”.

 

Entrando nel merito di Napoli-New York, come ti sei preparato per questo ruolo?

Non ho riscontrato molte difficoltà nel prepararmi ad interpretare Carmine. Sotto alcuni aspetti, lui mi somiglia molto, per altri no, ma nonostante tutto è stato facile per me calarmi nei suoi panni. Mi sono divertito tanto e il merito è anche di tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto, eravamo come una famiglia sul set e questo credo sia molto importante per gli attori, piccoli o grandi che siano. Lavorare in un ambiente sereno è il massimo che si possa desiderare.

 

È stato difficile calarsi nei panni di un ragazzino del 1949? Ci sono delle testimonianze e dei racconti che ti hanno ispirato in questo?

Non è stato difficile, come dicevo prima, e devo dire che interpretare un ragazzo del 1949 è stato davvero interessante, poiché ho scoperto cose che magari avevo letto solo nei libri di storia. Mi ha colpito molto il vedere ragazzi della mia stessa età o poco più grandi, dover svolgere qualsiasi tipo di lavoro per poter mangiare. Ci sono delle scene in Napoli New York che raccontano la società del dopoguerra, ma che sotto alcuni aspetti sembra anche molto attuale. Ad esempio c’è una frase nel film che dice Celestina, interpretata da Dea Lanzaro: “Ricorda, non sei straniero, sei solo povero. Se fossi ricco non saresti straniero in nessun luogo”.

 

Come è stato lavorare con artisti del calibro di Salvatores e Favino?

È stato straordinario poter lavorare con loro due. Questa esperienza è stata formativa, importante per la mia crescita artistica. Ancora oggi non mi sembra vero di aver preso parte ad un progetto così importante, perché grazie a loro l’ho vissuto come un gioco, un bellissimo gioco che mi ha permesso di vivere delle emozioni che mai avrei immaginato di provare.

 

Qual è un insegnamento prezioso che hai ricevuto su questo set (dai colleghi, dalla storia, ecc.)?

Mi ha insegnato ad essere umile. Nonostante la sua grandezza, la sua bravura e professionalità, Gabriele resta una persona semplice. Saper ascoltare e restare umili, questo è quello che mi ha trasmesso, ne farò tesoro. Anche Pierfrancesco come Gabriele ha saputo trasmettermi la semplicità. Quando poteva e a telecamere spente, passava del tempo con noi e ci faceva divertire molto. Ed è stato proprio lui, con la sua professionalità a farci capire che giocare e divertirsi è giusto, ma quando bisognava recitare, dovevamo diventare seri e professionali e calarci ognuno nel proprio ruolo.

 

Quale ruolo ti piacerebbe interpretare in futuro?

Mi piacerebbe molto interpretare un ruolo comico. In passato ho già preso parte ad un film di Alessandro Siani “Chi ha incastrato Babbo Natale”, ma era un piccolo ruolo. Sarebbe bello essere diretto nuovamente da lui, mi piacciono molto i suoi film.

 

Questo film ha molto a che vedere con Napoli e la sua anima. Il regista Salvatores ha detto che, nonostante viva da anni a Milano, si sente profondamente napoletano. Ha detto “Napoli è il mondo […] Se passi un giorno a quartiere Sanità hai visto tutto”. E ancora ha dichiarato che non avrebbe potuto scegliere per il ruolo di Carmine un ragazzino che non fosse napoletano.
Cosa rappresenta per te Napoli? Qual è il tuo legame con il territorio?

Sono felicissimo di essere napoletano. Essere napoletano mi riempie di orgoglio e sono molto orgoglioso di quello che ha dichiarato Salvatores. Napoli è una città che offre tanto, quindi ripeto mi sento molto fortunato e non la cambierei con nessun’altra città.

 

Il carattere di Carmine ti assomiglia? Se sì, in cosa?

Sicuramente Carmine è molto simile a me, in particolar modo poiché è più maturo dell’età che ha. Inoltre anche lui come me è molto coraggioso e intraprendente.

 

Tornando al film, questa è la domanda di rito delle nostre interviste: c’è un episodio particolare o divertente che è successo sul set e che ti va di raccontarci?

Ce ne sono tanti. Abbiamo trascorso insieme due mesi. Ricordo un aneddoto molto divertente, in cui c’erano Gabriele, Pierfrancesco e Omar che parlavano in francese e in inglese, ed io ero lì con loro che facevo finta di capire ciò che stavano dicendo, ma per me era del tutto incomprensibile, fu allora che Pierfrancesco mi disse: “ma che guardi e fai finta di capire che non stai capendo nulla”… tutti iniziammo, c’era un aria di allegria e amicizia…

 

Foto Credits: PM5 Talent

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