di Erika Lacava
184 gallerie, qualcuna in più rispetto all’anno scorso, e una ormai consolidata partecipazione internazionale con 75 stand stranieri, in prevalenza europei. 61 le nuove adesioni, tra cui Gagosian, da dieci anni a Roma ma alla sua prima partecipazione a una fiera italiana. La presenza delle gallerie straniere, e in particolar modo del colosso americano, è la prova di quanto la fiera milanese stia divenendo un must, sia per gli espositori che per pubblico e collezionisti, tanto da contendere il primato alla storicissima Arte Fiera Bologna e alla più cool Artissima.
Riconfermata per il secondo anno la direzione di Alessandro Rabottini, che mantiene la suddivisione in sezioni ereditata da Vincenzo De Bellis con l’aggiunta della trasversale “On Demand”.
“Objects”, sezione dedicata al Design da collezione, artigianale, storico o in edizione limitata, trait d’union tra la Art Week e la Design Week milanese, si rivela quest’anno particolarmente gustosa, tra lo stand in stile retrò coerentemente allestito da Luisa Delle Piane (Milano), i fini vasi in ceramica delle Officine Saffi (Milano) e l’arte tutta da indossare di Elisabetta Cipriani (Londra) con gli anelli a forma di labbra di Jannis Kounellis, i bracciali e le collane di Enrico Castellani e Giulio Paolini. Molto interessanti le sperimentazioni di ammann/gallery (Colonia), a cui va il Premio Cedit per l’opera di Studio Nucleo donata al Triennale Design Museum.
Degna di nota anche la Nero Design Gallery (Arezzo) che presenta, accanto al divano circolare di Superstudio, la collezione Zuperfici Vases di Duccio Maria Gambi attualmente in mostra presso la Galleria Giovanni Bonelli (Milano), in bipersonale con l’“anarchitetto” Gianni Pettena, protagonista anche al miart.
- Studio Nucleo, opera vincitrice del Premio Cedit per la sezione Object – amman/gallery
- Duccio Maria Gambi, edizione limitata di 13 pezzi diversi in esclusiva per Nero Design Gallery
Numerose quest’anno le scelte monografiche per la sezione Established che regalano alla fiera un aspetto di ricerca, più vicino a un’esposizione in galleria che a una proposta di mercato. Tra i “Contemporary”, Massimo De Carlo (Milano – Londra – Hong Kong) presenta una personale di Carsten Höller con uno stand all’insegna del naturale: funghi sezionati, in versione gigante o in vetrina, canarini e una baby giraffa verde acido.
Scelta mono-artista anche per la Galerie Isabella Bortolozzi (Berlino) che crea un allestimento di forte impatto emotivo con le opere di Stephen G. Rhodes. Giò Marconi (Milano) riserva un solo show a Oliver Osborne, mentre Mai 36 (Zurigo) allo statunitense Matt Mullican, attualmente in mostra all’Hangar Bicocca. In Hangar è attualmente esposta anche l’artista ceca Eva Kot’átková, presentata quest’anno al miart da Meyer Riegger (Berlino).

Stephen G. Rhodes
Installation view della Galerie Isabella Bortolozzi © Not Only Magazine
Fa eco alla mostra al PAC, invece, l’esposizione di Teresa Margolles nello stand di Peter Kilchmann (Zurigo) con un’installazione site specific in onore delle donne vittime di violenza, affiancata dai monumentali volti femminili del collettivo cubano Los Carpinteros e dall’altrettanto imponente tappeto di Francis Alÿs.
Galleria Continua (San Gimignano – Pechino – Les Moulins – Habana) ripropone l’ormai affermato Loris Cecchini con i suoi reticoli modulari e un recente lavoro di increspature di sabbia, aggiungendo tra le presenze in fiera un elmetto in marmo di Ai Weiwei e un piccolo magnete con gigantografia fotografica del saudita Ahmed Mater. Bella la proposta di Gladstone Gallery (New York – Bruxelles) che accosta una serie di fotografie in bianco e nero di Mappletherpe ai menhir multicolor di Ugo Rondinone. Alfonso Artiaco (Napoli) propone invece Gilbert & George e un recente Paolini con dei raffinatissimi studi a matita e collage su carta per Narciso e San Sebastiano.
Monitor (Roma – Lisbona) propone due lavori di Samorì, Magazzino (Roma) le bruciature di Miroslaw Balka e le pelli bianche di Simon Fujiwara, mentre la zurighese Lange + Pult vince la palma dello stand più kitsch con una selezione di opere tra l’op e il pop allestite in uno stand pelosetto.
- Installation view della galleria Lange + Pult © Not Only Magazine
- Patrick Tuttofuoco, Federica Schiavo © Not Only Magazine
- Fabrizio Corneli, Studio Trisorio © Not Only Magazine
Piace, al contrario, la selezione sobria di Studio Trisorio (Napoli) per la prima volta al miart con una proposta di livello che comprende Jan Fabre, le sculture in bronzo bianco di Francesco Arena, le grandi tele di carta stratificata di Umberto Manzo e il raffinato volto di donna proiettato di Fabrizio Corneli. Interessante anche il Patrick Tuttofuoco della romana Federica Schiavo Gallery, da poco tempo di stanza a Milano.
Nello stand di Lia Rumma (Milano – Napoli) troviamo, oltre ai frequenti lavori di Beecroft, Abramovic e Mulas, anche dei giovani “established”: una cornice dorata per Marzia Migliora e la testiera del letto trasformata in mensola per fiori secchi di Gian Maria Tosatti, in un’opera recentemente esposta nella sede di Napoli. Anche da Raffaella Cortese (Milano) troviamo i pezzi provenienti dalle ultime mostre: Kiki Smith, Kimsooja e l’attualmente in esposizione Marcello Maloberti, oltre alle artiste storicamente rappresentate Joan Jonas e Zoe Leonard. Vistamare (Pescara – Milano) accosta invece un cubo con scritte rotanti di Rosa Barba a un Mimmo Jodice e un Joseph Kosuth.
Per gli “Established Masters”, Schifano, Festa, Dorazio, Rotella e Castellani per Tega (Milano), presente anche nella sezione Generations insieme alla bolognese CAR Drde con un delicatissimo Perilli in dialogo per affinità con gli astrattismi di Joseph Montgomery.
Stand monografico anche per Poleschi (Lucca) con i lavori dai colori caldi e dalle atmosfere oniriche di Salvo. Personale anche per Robiland+Voema (Milano – Londra – St. Moritz) che espone un dialogo tra dipinti e sculture di Pietro Consagra, mentre Studio Marconi (Milano) propone il solo-show di Lucio del Pezzo e Maab (Milano) di Bruno Munari.
Monumentale il cerchio di pietre di Richard Long nell’allestimento di Gian Enzo Sperone (Sent – New York) circondato dai lavori di Julian Schnabel e Giulio Paolini, mentre è riconfermata la presenza di Sergio Fermariello, 1961, tra gli storicizzati di Tonelli (Milano – Porto Cervo) accanto ad Atchugarry, Schifano e Pistoletto per uno stand costruito secondo assonanze cromatiche e lineari. Anche Studio Gariboldi (Milano) fa interessanti accostamenti tra un Pinot Gallizio e un assemblage di César, un monocromo di Calderara e un baco da setola di Pascali, un vivacissimo Key Hiraga e i pois di Yayoi Kusama.
- Pinot Gallizio e César, Studio Gariboldi © Not Only Magazine
- Key Hiraga e Yayoi Kusama, Studio Gariboldi © Not Only Magazine
- Fermariello, Atchugarry, Schifano, Galleria Tonelli © Not Only Magazine
Da Mazzoleni (Torino – Londra) si possono trovare Uncini, Hartung, Burri, Fontana, Castellani, mentre da Cardi (Milano – Londra) Pistoletto, Zorio, Kounellis, Mario Merz. Sempre meravigliosi i Dorazio e i Boetti di Tornabuoni (Milano, Firenze, Londra, Parigi) mentre è nuova la selezione della Galleria Fumagalli (Milano) con fotografie di Gina Pane e Dennis Hoppenheim e il recente e coloratissimo “journal” dei francesi Anne e Patrick Poirier.
Per la sezione “Decades”, libro vivente di storia dell’arte, troviamo, per la Galleria Gomiero (Milano) il primo decennio del Novecento con una carrellata di futuristi. A Käthe Kollwitz sono dedicati gli anni ’20 da Copetti Antiquari (Udine), mentre dalla Società di Belle Arti (Viareggio) troviamo gli anni ’30 di De Chirico, Casorati, De Pisis tra cornici dorate e divani in pelle, come in un antico salotto di famiglia.
Gian Enzo Sperone è presente anche in questa sezione con le ricerche bioplastiche di un Prampolini anni ’40, mentre Galleria dello Scudo (Verona) espone le grandi tele di Afro Basaldella per gli anni ’50. Anni ’60 per Giulio Turcato, mentre a rappresentare i ’70, gli ’80 e i ’90 sono chiamati artisti stranieri con l’installazione a tutto stand di William Anastasi per la Galerie Jocelyn Wolff (Parigi) e le toccanti fotografie di Jo Spence della londinese Richard Saltoun.
- Jo Spence, Richard Saltoun © Not Only Magazine
- Claudio Parmiggiani per Bortolami e Cornelia Parker per Art Bärtschi & Cie
Meravigliosi gli accostamenti, nella sezione “Generations”, tra i grandi prismi in metallo di Tomás Saraceno, appesi allo stand d Andersen’s (Copenaghen), e i reticoli in bianco e nero di Jarbas Lopes per A Gentil Carioca (Rio de Janeiro). Tutt’altra fascinazione, povera e minimalista, creano invece le biblioteche di Claudio Parmiggiani per Bortolami (New York) accanto alle installazioni in legno di Cornelia Parker per Art Bärtschi & Cie (Geneva). Ed è sempre in “Generations” che troviamo lo stand di Gagosian per un piacevole confronto tra le ricerche materiche di Sterling Ruby e quelle di Burri, presentato da Mazzoleni.
Poco interessanti quest’anno gli emergenti, tranne la Doppelgaenger di Bari e Acappella di Napoli. Attendiamo una rivincita su questo fronte al prossimo appuntamento per la 24esima edizione del miart, dal 7 al 9 aprile 2019.
Erika Lacava
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