di Noemi Stucchi
La Collezione Maramotti presenta “This Body Made of Stardust”, una vasta retrospettiva dedicata all’artista olandese Viviane Sassen, in mostra dal 27 aprile al 27 luglio 2025.
Con oltre cinquanta fotografie e un’opera video, la produzione esposta è stata realizzata dal 2005 al 2025. La mostra è stata curata dalla stessa artista e le fotografie e i collage, realizzati per l’occasione, entrano in relazione diretta con alcune opere della Collezione Maramotti firmate da Evgeny Antufiev, Kaarina Kaikkonen, Fabrizio Prevedello e TARWUK, in un dialogo di reciprocità formale ed emotiva.
L’esposizione si inserisce nel contesto della XX edizione di Fotografia Europea, intitolata Avere vent’anni, e rappresenta la più ampia presentazione dell’opera di Sassen in Italia fino a oggi.

Ritratto di Viviane Sassen / Portrait of Viviane Sassen
Ph. Keke Keukelaar
La fotografia, come scrive Susan Sontag in “Sulla fotografia” (1977), è sempre un memento mori, perché ferma il tempo e cattura l’irripetibile. This Body Made of Stardust scava un tema antico e universale: il memento mori, quella formula latina che, da secoli, ci ricorda la natura effimera della vita umana. Ma se nell’arte barocca questo monito assumeva toni drammatici – teschi, clessidre, fiori appassiti – Sassen lo reinterpreta con una dolcezza quasi sensuale, come se la morte, nei suoi scatti, avesse assunto la forma di un sonno profondo, morbido, sospeso.
Non è la morte reale a essere messa in scena, ma la sua rappresentazione, il suo potenziale performativo. I suoi corpi fotografati sembrano addormentati, languidi, raccolti in posture che evocano un’estasi più estatica che tragica. In Belladonna (2010) la mente corre inevitabilmente alla Pietà di Michelangelo o all’Estasi di Santa Teresa di Bernini, con quei corpi avvolti da drappi, pronti ad abbandonarsi a qualcosa di più grande, a un disfacimento che è anche trasformazione.

Viviane Sassen Belladonna 2010 c-print 100 x 125 cm © Viviane Sassen Courtesy of the artist and Stevenson (Cape Town, Johannesburg, Amsterdam)
L’artista ricostruisce così un ponte iconografico tra antico e contemporaneo. Questi riferimenti – che attingono a un immaginario collettivo e profondamente radicato nella nostra cultura visiva – vengono trasposti da Sassen in una dimensione attuale, attraverso una pratica che rielabora e trasfigura il passato.
In Three Kings (revisited) (2018), ad esempio, sono tre salme distese in parallelo e ricoperte d’oro. Non sono altro che coperte termiche e il pensiero richiama le tragedie dei flussi migratori dei nostri giorni.

Viviane Sassen Three Kings (revisited) 2018 vernice posca su c-print / posca paint on c-print 65 x 80 cm © Viviane Sassen Courtesy of the artist and Stevenson (Cape Town, Johannesburg, Amsterdam)
Nelle immagini compaiono foglie, vegetali, funghi, materia organica: non sono semplici ornamenti, ma elementi che aprono al ciclo naturale, a una rinascita interconnessa, come se la fine dell’umano coincidesse con un ritorno alla vita biologica, rizomatica, del mondo.
Le immagini sono una produzione stratificata di citazioni visive. Ad esempio, in Inhale (2011) vediamo una figura che giace con foglie sugli occhi e sulla bocca, evocando l’antico rituale funebre delle monete poste sul volto del defunto, per accompagnare il viaggio verso l’aldilà verso altre forme organiche di trasformazione e rinascita.

Viviane Sassen Inhale 2011 c-print 50 x 40 cm © Viviane Sassen Courtesy of the artist and Stevenson (Cape Town, Johannesburg, Amsterdam)
In questo senso, credo che la visione di Sassen abbia dei punti in comune con quella di Donna Haraway con la sua teoria del Chthulucene: un’epoca post-antropocentrica, in cui l’umano è solo una delle tante presenze che abitano la Terra.

Viviane Sassen True Love 2019 c-print 60 x 50 cm © Viviane Sassen Courtesy of the artist and Stevenson (Cape Town, Johannesburg, Amsterdam)
Corpi frammentati, nature organiche, foglie, licheni, funghi, cellule, carne e pietra si mescolano in un paesaggio post-antropocentrico che sembra abbracciare un mondo dove l’umano non è più al centro, ma parte di una rete vitale, in cui tutto convive e si trasforma.

Viviane Sassen Phoenix / Revisited 2009 – 2023 vernice posca su c-print / posca paint on c-print 100 x 137,5 cm © Viviane Sassen Courtesy of the artist and Stevenson (Cape Town, Johannesburg, Amsterdam)
Viviane Sassen ci ricorda, con dolcezza e potenza, che siamo polvere e alla polvere ritorneremo. Ma – come suggerisce il titolo – non una polvere qualsiasi, ma polvere di stelle. E in questo ritorno cosmico e fertile, nel dissolversi dei confini tra umano e non-umano, tra vita e morte, si apre lo spazio per immaginare una nuova forma di esistenza, più vasta, interconnessa, vibrante.
- Viviane Sassen This Body Made of Stardust veduta di mostra / exhibition view Collezione Maramotti, Reggio Emilia Opere di / Artworks by: Viviane Sassen, Kaarina Kaikkonen © Viviane Sassen; Kaarina Kaikkonen, by SIAE 2025 Courtesy Collezione Maramotti Ph. Dario Lasagni
- Viviane Sassen This Body Made of Stardust veduta di mostra / exhibition view Collezione Maramotti, Reggio Emilia Opere di / Artworks by: Viviane Sassen, Evgeny Antufiev © the artists Courtesy Collezione Maramotti Ph. Dario Lasagni
- Viviane Sassen This Body Made of Stardust veduta di mostra / exhibition view Collezione Maramotti, Reggio Emilia © Viviane Sassen Ph. Dario Lasagni
- Viviane Sassen This Body Made of Stardust veduta di mostra / exhibition view Collezione Maramotti, Reggio Emilia © Viviane Sassen Ph. Dario Lasagni
- Viviane Sassen This Body Made of Stardust veduta di mostra / exhibition view Collezione Maramotti, Reggio Emilia Opere di / Artworks by: Viviane Sassen, TARWUK © the artists Courtesy Collezione Maramotti Ph. Dario Lasagni
- Viviane Sassen This Body Made of Stardust veduta di mostra / exhibition view Collezione Maramotti, Reggio Emilia Opere di / Artworks by: Viviane Sassen, TARWUK © the artists Courtesy Collezione Maramotti Ph. Dario Lasagni