News
Il Maestro (Novembre 22, 2025 4:07 pm)
Frankenstein (Novembre 9, 2025 9:57 am)
Le città di pianura (Novembre 2, 2025 12:07 pm)
Ca’ Albrizzi (Novembre 1, 2025 3:14 pm)
Cinque secondi (Novembre 1, 2025 10:45 am)
Tre ciotole (Ottobre 19, 2025 9:26 pm)
Duse (Ottobre 18, 2025 10:45 am)
After the Hunt (Ottobre 11, 2025 10:19 am)
House Of Guinness (Ottobre 8, 2025 12:26 pm)
Presence (Settembre 14, 2025 2:58 pm)
il Meastro

Il Maestro

di Marta Dore

Estate fine anni Ottanta. Alla radio passavano Umberto Tozzi e Battiato, c’era ancora la Sip, ci si vestiva di colori sgargianti, si viaggiava con un sacchetto di gettoni per telefonare e si facevano un sacco di partite a flipper.

il maestro

È questo lo scenario, ben rappresentato, dell’ultimo film di Andrea Di Stefano, Il Maestro. Un po’ film sportivo, un po’ commedia, un po’ dramma psicologico, un po’ road movie.

I protagonisti sono Felice Milella (Tiziano Menichelli) e Raul Gatti (Pierfrancesco Favino). Felice è un ragazzino di 13 anni che gioca a tennis a livello agonistico, allenato dal padre Pietro (Giovanni Ludeno), ingegnere gestionale, a suon di regole rigidissime, sacrifici e massime tratte dall’Arte della guerra di Sun Tzu. Alla maniera di quello di Agassi (vedi il bellissimo Open), anche il papà di Felice ripone sul figlio tutte le sue ambizioni di vittoria e di svolta sociale ed economica. Felice deve vincere e, guidato dal padre sugli spalti attraverso un complesso schema di segni (se mi tocco il lobo destro fai così, se mi gratto il sopracciglio sinistro fai cosà), vince tutti i tornei regionali. 

Il Maestro

A questo punto deve passare a quelli nazionali, e il padre decide di affidarlo a un maestro vero. Che poi così vero non sarà, almeno non nel senso che sperava Pietro Milella.

L’altro protagonista del film è appunto il Maestro, Raul Gatti. Un ex tennista che non è diventato un campione, troppo godereccio, drogoloso, fragile. Un uomo che ama flirtare (quando si presenta a una donna dice ‘Raul Gatti… miao!”), che ha perso tutto. E che con questo incarico prova, senza crederci e senza impegnarsi, di ricostruirsi. I due viaggiano per l’Italia inseguendo la vittoria. Felice la vuole e ci crede (ma più per non deludere il padre); a Raul importa invece molto poco. Almeno all’inizio.

Il Maestro

Il film racconta dunque lo strano e complesso rapporto che si instaura tra i due personaggi, diversi non solo per età, ma anche per approccio alla vita, prima ancora che al tennis. Felice capisce presto che Raul non è il Maestro che sperava di trovare, si arrabbia, si dispera, ma poi piano piano scopre l’umanità di quell’uomo così opposto a suo padre e scopre pure che la vita può anche essere divertimento e che a volte attaccare può dare più soddisfazione che difendere, anche se non si vince.

Il Mestro

‘Con questo film ho voluto celebrare i mentori imperfetti, figure con passati dolorosi, ma ricche di cuore, capaci di aprirci gli occhi e cambiarci la vita’, scrive Andrea Di Stefano nelle note di regia. Il Maestro è un film strano, a volte divertente e perfino grottesco, a volte drammatico, a volte filosofico. Girato molto bene – le riprese tennistiche sono davvero belle -, con interpreti bravi: di Favino si conosce la maestria; ma la sorpresa qui è il ragazzino, Tiziano Menichelli, una vera promessa per il cinema italiano. Credo sia uno di quei film che o ti piace tantissimo, oppure non lo capisci e quindi non lo apprezzi. Ma è un buon lavoro del cinema italiano, curato, ricco di rimandi alla nostra storia cinematografica e visivamente sicuramente riuscito. 

 

Leave A Comment