di Erika Lacava

Pietro Dorazio Tornabuoni Arte @ miart 2017 ph. Paolo Valentini e Andrea Rossi
22esima edizione per l’appuntamento milanese dell’arte, che presenta quest’anno, sotto la direzione artistica di Alessandro Rabottini, già vicedirettore dell’edizione precedente accanto a Vincenzo De Bellis, una selezione di 175 gallerie, il 41% delle quali straniere, in prevalenza inglesi e americane.
Confermate le sezioni Established, suddivise in Contemporary e Master, affiancate dalle più piccole Decades, Generations e Objects. Nuova invece On Demand, una sezione trasversale a cui le gallerie partecipano dietro presentazione di un progetto site spefic da realizzare appositamente per Miart.
Un’edizione fresca e innovativa, che valorizza il passato e lo mette in dialogo, anche in chiave ironica e leggera, con il presente.
Ci inoltriamo nei corridoi di Miart e iniziamo la passeggiata nella sezione Contemporary con la sempre ottima Monica De Cardenas, che presenta uno spazio pulito ed elegante in cui spiccano i grandi teli colorati e i piccoli rifugi di rami di rose di Claudia Losi. Marco Basta, per la sezione On Demand, propone invece un’installazione site specific in tessuti dai monocromi sgargianti.
Per Galleria Continua, che abbiamo visto negli anni aggiungere alla sempre attenta selezione anche nuove sedi (oltre a San Gimignano, Bejing, Le Moulins-Parigi, ecco la sede dell’Habana di recente apertura), spiccano, tra gli altri, il grande albero dai tipici moduli reticolari di Loris Cecchini e le piccole lettere ricamate di Sabrina Mezzaqui, proposte anche da Massimo Minini di Brescia. Accanto all’artista bolognese, Minini propone i giganti Anish Kapoor, con installazioni a parete e a terra, e Daniel Buren. Sempre a Daniel Buren è affidata l’installazione On Demand dello Studio Dabbeni, Lugano, con le sue inconfondibili porte a righe verticali bianche e nere.
Per restare sempre tra i giganti, Lia Rumma propone i cavalieri su carta di registro di William Kentridge accanto al giovane ma promettentissimo Gian Maria Tosatti.

John Stezaker “Mask (Film Portrait Collage)” CCVI, 2016 Collage 51,8 X 40,2 cm (board) © The artist 2017, courtesy The Approach, London. Photo FXP photography.
Adrian Paci è invece proposto dalla Kauffman Repetto, insieme all’opera di Judith Hopf selezionata dal Premio Rotary Club Milano Brera per i giovani artisti. Tra gli altri premi previsti da questa manifestazione, ricordiamo anche quello del Fondo di acquisizioni Giampiero Cantoni di Fondazione Fiera, andato quest’anno all’inglese John Stezaker per The Approch, Londra, in dialogo con i De Chirico della Galleria Tega nella sezione Generations.
Prevalentemente fotografiche sono le scelte delle milanesi Studio Guenzani, con Nobuyoshi Araki, Mapplethorpe e un gigantesco ritratto di Joseph Beuys accanto agli alberi su tessuto di Stefano Arienti, e Prometeo Gallery, con le documentazioni delle performance di Regina Josè Galindo e i disegni e le fotografie di Santiago Sierra, a richiamo della sua grande antologica attualmente in corso al Pac.
Tra le gallerie milanesi che puntano di più sull’innovazione troviamo Massimo De Carlo, che affida l’intero stand al gruppo viennese Gelitin, che, tra una galleria di specchi dalle forme zoomorfe fatti di vecchie sedie di legno impagliate, omaggia la storia dell’arte italiana con una Gioconda di pongo disciolto.
Passeggiando tra gli stand ci capita anche di incontrare Francesco Bonami che, per Quelli che il calcio, testa l’installazione On Demand di Salvatore Arancio: vasi in ceramica colorata sotto a cui è possibile sdraiarsi. La galleria Francesca Schiavo, Roma e Milano, entra così nel novero delle gallerie che hanno ottenuto in questa manifestazione un rilancio mediatico, insieme alla londinese Nahmad Projects, con i risvegli dal letto di Riccardo Buscarini e i suoi racconti dei sogni che De Chirico e Ernst, appesi accanto a lui nella “camera da letto”, gli hanno suscitato.
De Chirico ritorna in molti stand quest’anno, ma viene particolarmente apprezzato nella contestualizzazione che ne fa Sadies Coles HQ, Londra, che lo colloca in una prospettiva di ampiezza metafisica dietro alle mistiche donne bianche dell’americano Don Brown.

Sadie Coles HQ @ miart 2017 ph. Paolo Valentini e Andrea Rossi
La sezione Decades è naturalmente il regno degli artisti storicizzati: nove gallerie tra cui dividere i momenti chiave dello scorso secolo. Si parte con Lorenzo Viani per gli anni Dieci, mentre per gli anni Venti ammiriamo da Studio Guastalla le incantevoli chine di Adolf Wildt accanto alle sculture di Arturo Martini, mentre nella galleria americana Michael Werner troviamo gli inchiostri su carta e gli acquerelli di Francis Picabia per gli anni Trenta. Di notevole interesse lo stand dedicato da Zero… Milano a un Enzo Cucchi insolito, anni ’70-80, con delle enormi calcografie, acquaforti e acquatinte in cui è enfatizzato il segno concavo della matrice.
Continuiamo a incontrare i grandi nella sezione Masters, che ci si apre tra gli stand come un magnifico libro di storia dell’arte. Da Contini, Venezia, ci troviamo faccia a faccia con le grandi teste di Igor Mitoraj e con l’icona pop “Hope” di Robert Indiana, accanto alle bianche dame a cavallo di Manolo Valdes e a quelle paffute di Botero. Una bella compagnia per il giovane Enzo Fiore, che presenta una leonardesca “Venere delle rocce” ricostruita con muschio, terra, rametti e insetti imbalsamati.
Da Tornabuoni Arte ci immergiamo nel bel Paese con una carrellata di Isgrò, Scheggi, Capogrossi, Fontana, Festa, Boetti e un meraviglioso e coloratissimo Dorazio sulla parete centrale dello stand.
Mazzoleni, Torino e Londra, oltre ai classici Dorazio, Boetti, Colombo, Kounellis, Pomodoro, conquista con una non scontatissima selezione delle opere dei grandi: per Burri una combustione di acrilico, vinile e cellotex, e per Bonalumi le sculture in bronzo e un enorme Bianco in fibra di vetro del 1969.
Preziosissima anche la piccola superficie lunare su gommapiuma di Giulio Turcato presentata da Galleria Tega, accanto ai vari Perilli, Fontana, Melotti e a un piccolo Consagra.
I classici Bonalumi li troviamo invece da Cardi, accompagnati dagli specchi di Pistoletto, un calco di Paolini, un Paladino e un bellissimo lavoro di Kounellis con lastre di vetro. Si continua il percorso dell’arte povera con i lumini di Pier Paolo Calzolari per Farsetti Arte, accanto a Cintoli, Uncini, e poi Afro, Nunzio, e gli immancabili Fontana, Bonalumi e Castellani.
Anche Tonelli propone Melotti, Fontana, Boetti, Pistoletto, aggiungendo Andy Warhol e degli insoliti Atchugarry in bronzo. Molto interessanti le nuove proposte: le composizioni modulari di esagoni di carta, acciaio e bambù del nippo-americano Jacob Hashimoto e le strutture a parete in acciaio intagliato di Sergio Fermariello, che risente fortemente degli influssi di Capogrossi e Accardi.
Nella sezione Emergenti, dedicata a 20 gallerie con meno di cinque anni, di cui la maggior parte straniere, degna di nota la viennese Vin Vin, fondata da circa un anno dal giovane italiano Vincenzo Della Corte che presenta uno stand dedicato a Dino Zrnec, giovane artista croato dai delicatissimi grovigli blu ottenuti dalle crepe di una particolare lavorazione del retro della tela.

Riccardo Beretta e assume vivid astro focus “A voi amici fantastici” Wallpaper Plutschow Gallery @ miart 2017 ph.: Riccardo Beretta
Colpiscono infine per progettualità gli stand delle due gallerie svizzere Allegra Ravizza, Lugano, con un solo show dedicato alle opere luminose di Nanda Vigo, e quello della Plutschow Gallery, Zurigo, con il wallpaper On Demand del collettivo assume vivid astro focus in collaborazione con Riccardo Beretta. Nella sezione Object interessante la proposta di Dimore Gallery, che, rivestendo le pareti con pellicola di acciaio riflettente, apre direttamente le porte al successivo evento milanese del Salone del Mobile.
Sempre nella sezione Object, tra ceramiche, gioielli d’autore e tavoli perimetrali concavi al centro, a tutti sarà venuta la tentazione, dopo tanto girare, di sedersi sulla morbidissima poltrona di panda di peluche dei brasiliani Campana Bros per Giustini Stagetti, Roma, accanto a quella un po’ meno accogliente ricoperta di alligatori. Un design brioso e intrigante per una fiera decisamente cool.