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Napoli-New York

Napoli – New York

di Marta Dore

Napoli New York, l’ultimo film di Gabriele Salvatores, sta andando molto bene al cinema. Uscito in sala il 24 novembre, ha registrato un continuo aumento degli spettatori, al punto da convincere 01 Distribution ad aumentare, dopo la prima settimana, il numero delle copie disponibili, portandole a 431 totali. Uno sforzo ripagato. Dopo solo due settimane di programmazione, il film ha incassato ben 3.174.580 di euro. E il week end di Sant’Ambrogio e dell’Immacolata ha fatto meglio perfino de Il Gladiatore 2, atteso kolossal hollywoodiano.

Napoli - New York

Credits: @ 01 Distribution

Si tratta in effetti di un perfetto film pre natalizio, realizzato con grazia e grande qualità, che mette in scena il valore prezioso dell’accoglienza e della solidarietà, con tanti momenti in cui si sorride e altri in cui si ride, e altri ancora in cui ci si commuove un po’. Perfetto per dicembre.

La vicenda è ambientata nel 1949 e inizia in una Napoli buia e devastata dalla guerra, dove la povertà è estrema e diffusa e la città è ancora da ricostruire. I protagonisti sono due bambini, Carmine (Antonio Guerra) e Celestina (Dea Lanzaro), 12 e 9 anni, rimasti senza famiglia e che cercano di sopravvivere come possono, con espedienti vari, aiutandosi a vicenda. Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con Agnese (Anna Lucia Pierr), la sorella di Celestina emigrata mesi prima per inseguire un amore americano. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, ma ben radicata nel sogno collettivo. Durante il viaggio, dopo essere stati scoperti, conoscono il capitano di bordo Domenico Garofalo (Pierfrancesco Favino), un italiano trasferito a New York, uomo burbero ma dal cuore tenero. La vicenda poi si dispiega tra varie peripezie in una New York luminosa, colorata e quasi fiabesca, in linea con l’immaginario dell’America che si aveva a quell’epoca, ricostruita qui con scenografie e un uso sapiente e poetico degli effetti visivi. Il risultato è molto fiabesco, sia per l’ambientazione sia per il tono del racconto, che non si sofferma mai sul dramma, ma sulla solidarietà che scatta tra i vari personaggi.

Napoli - New York

Credits: @ 01 Distribution

La sceneggiatura nasce da una storia scritta alla fine degli anni Quaranta da Federico Fellini e Tullio Pinelli, ma che il regista romagnolo non ha mai trasformato in un film. E Salvatores riesce a dare una sensibilità felliniana – alla Amarcord – a questo film davvero molto godibile; ed è un grande merito, perché il rischio di derive melense o inadeguate al confronto con Fellini era alto.

Nelle note di regia, Salvatores dice che, pur tenendosi molto vicino all’originale, ha tolto dalla storia le parti più drammatiche: i bambini, per esempio, qui non piangono mai. Sono eroi avventurosi che non si scoraggiano, sono spericolati e decisi a conquistarsi il loro posto nel mondo, dotati di quella ‘cazzimma’ che viene spesso attribuita al popolo napoletano.

Napoli - New York

Credits: @ 01 Distribution

Il cast, poi, è perfetto. Da Favino a tutti gli altri attori adulti che compaiono in scena, tutti e tutte donano umanità, sfumature e leggerezza ai loro personaggi. Ma la vera rivelazione sono i bambini, guidati con maestria dal regista. Ci si innamora di Celestina e di Carmine, così credibili, forti e buffi insieme. Un lavoro attoriale di altissimo livello, considerata la giovanissima età di Dea Lanzaro e Antonio Guerra.

Non è un film politico, Napoli-New York. Ma affronta con delicatezza e sensibilità temi quanto mai attuali, quello della migrazione, del razzismo, del classismo. La piccola Celestina davanti a tanti adulti ammutoliti, dichiara una grande verità: ‘Voi non ci volete non perché siamo stranieri, ma perché siamo poveri. Chi è ricco non è straniero da nessuna parte’.

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