di Erika Lacava

Kiki Smith, “Quest”, 2017, Installation view, ph Lorenzo Palmieri, Courtesy of the artist and Galleria Raffaella Cortese
Un mondo singolare tra il poetico e il grottesco, in cui le lacrime e il respiro si trasformano in strali, estensioni solidificate del nostro essere.
È il recente lavoro di Kiki Smith, artista statunitense di origine tedesca, in mostra alla Galleria Raffaella Cortese fino al 28 Febbraio 2018. Una serie di lavori del 2016 omogenei per tematica e tecnica, che raccontano, in una sala, il percorso evolutivo dell’artista.
Nata a Norimberga nel 1954, Kiki Smith inizia a esporre nel 1979 a New York, tenendo la sua prima mostra personale nel 1982. Da allora si susseguono oltre 150 personali e innumerevoli collettive inizialmente negli Stati Uniti, per poi estendersi in Canada e Sud America, in Europa e nel resto del mondo. Le opere di Kiki Smith entrano a far parte di più di 30 collezioni dei più importanti musei internazionali tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il MoMA, il Whitney e il Guggenheim Museum di New York, la Tate Gallery e il Victoria and Albert Museum di Londra.
In Italia si presenta al grande pubblico con la partecipazione alla 45esima Biennale di Venezia nel 1993, “Aperto”, per poi tornare all’ ultima Biennale, “Viva Arte Viva” diretta da Christine Macel nel 2017, con gli incontri “Tavola aperta” e i suoi delicatissimi lavori su vetro e bronzo, materiale trasparente e durissimo, esposti accanto a esili disegni su carta di riso nepalese.
Il linguaggio di Kiki Smith è interiore e indagatore. L’artista trasforma gli avvenimenti privati, dalla morte del padre a quella della sorella Beatrice per Aids, in un’indagine personale sulla vita e la morte. Da sempre interessata al ruolo della figura femminile, la Smith sviluppa fin da subito l’interesse per le parti del corpo umano e i suoi fluidi, dal sangue agli escrementi, fino a estendere il campo, negli anni Novanta, al mondo naturale e animale e agli innumerevoli punti di contatto con l’essere umano.
Anche le stelle e le costellazioni, la loro lontananza ed effimera esistenza, entrano a far parte del suo universo già popolato da esseri mitologici e favole spesso reinterpretate in chiave intimista o femminista. Figure di donne dalle teste troppo grandi convivono nei suoi lavori con lupi, gatti, uccelli, cerbiatti, affiancati o in strane metamorfosi zoomorfe, in uno stile ibrido e personalissimo.
Mai scontata, non etichettabile, sempre in piena ricerca interiore e in perenne evoluzione, Kiki Smith ha esplorato, in oltre quarant’ anni di carriera, numerosissimi linguaggi e medium, dal disegno su carta nepalese lavorata a mano, alla litografia, alla ceramica, al bronzo.
Le opere esposte da Raffaella Cortese sono una selezione di una decina disegni su carta nepalese e altrettante sculture in bronzo, accostate in un dialogo fitto e armonico. Sguardi fissi o che trasmettono pietà, interrogativi muti sull’esistenza umana. Le stesse teste di donna esposte a parete sembrano uscire solidificate dalla carta e trasformarsi in sculture come proiezioni tridimensionali dei disegni, un differente stato della stessa materia. Lacrime e respiri escono dal corpo fluttuando e creando entità quasi autonome, vive, come pesci in movimento nell’aria.
È la quarta personale che la galleria milanese dedica all’artista statunitense, dopo la mostra di fotografie che ritraggono le sue opere – sculture e disegni – di soggetti favolistici o surreali di “By the Stream”, 2012, la produzione grafica di multipli di “What is at hand”, 2007, e i disegni su carta nepalese del 2001. Sempre alla Galleria Raffaella Cortese, le opere di Kiki Smith sono state esposte nelle collettive “Cave Birds” e “Untitled”.
Particolarmente attenta al panorama artistico internazionale femminile, Raffaella Cortese apre a Milano la sua galleria nel 1995. Ha tra i suoi artisti di punta, oltre a Kiki Smith, le statunitensi Roni Horn e Joan Jonas, la coreana Kimsooja, la cubana Ana Mendieta e molti altri. Partecipa alle principali fiere a livello internazionale, tra cui Fiac, Art Basel, Frieze, Artissima, Miart.
In contemporanea alla mostra “Quest” di Kiki Smith, ai civici 7 e 1 di via Stradella si tiene la mostra “The Measures of Memory” di Alejandro Cesarco, anch’essa in mostra fino al 2 Marzo 2018.
Kiki Smith, “Quest”
30 novembre 2017 – 2 marzo 2018
Orari di apertura:
martedì – sabato 10:00-13:00 / 15:00-19:30 e su appuntamento
Galleria Raffaella Cortese
via A. Stradella 4, Milano
www.galleriaraffaellacortese.com