News
Frankenstein (Novembre 9, 2025 9:57 am)
Le città di pianura (Novembre 2, 2025 12:07 pm)
Ca’ Albrizzi (Novembre 1, 2025 3:14 pm)
Cinque secondi (Novembre 1, 2025 10:45 am)
Tre ciotole (Ottobre 19, 2025 9:26 pm)
Duse (Ottobre 18, 2025 10:45 am)
After the Hunt (Ottobre 11, 2025 10:19 am)
House Of Guinness (Ottobre 8, 2025 12:26 pm)
Presence (Settembre 14, 2025 2:58 pm)
L’ultimo turno (Settembre 14, 2025 2:57 pm)
Il quadro rubato

Il quadro rubato

6 Luglio 2025
252 Views
di Cristina Ruffoni

Il nuovo film di Pascal Bonitzer intitolato Il quadro rubato trae ispirazione da una storia vera. Nel 2000, un quadro misterioso di Egon Schiele, dato per disperso dai tempi della Seconda Guerra Mondiale perché trafugato dai Nazisti, viene rintracciato da un esperto in una località sperduta della Francia.

Proprio come il protagonista del film, Andrè Masson, il quale lavora per un importante Casa d’aste, che viene a conoscenza di un’imponente opera di Egon Schiele dedicata dall’artista a Van Gogh, scomparsa nel 1939 e ritrovata nella casa di un giovane operaio, Martin, a Mulhouse.

Da quando si rende conto dell’autenticità del dipinto, la sua missione sarà quella di farlo stimare e venderlo al meglio possibile per beneficiare l’erede, il figlio del gallerista ebreo che trattava l’artista ma anche a vantaggio di Martin, estremamente corretto e onesto che, pur trovando il quadro a casa sua sulle pareti, vuole restituirlo e non desidera cambiare la sua vita e perdere i suoi amici, anche di fronte alla prospettiva di un guadagno considerevole.

Il regista, più che concentrarsi sull’arte considerata  “degenerata” di questo artista così potente, preferisce indagare dietro le quinte del mercato e di chi determina il valore e i termini di vendita, facendo emergere anche gli aspetti oscuri e sordidi dell’avidità e della speculazione di questo mondo e dei suoi personaggi spesso  incuranti dei drammi della Storia e dell’ intrinseco significato che un’opera conserva e genera, concentrati invece solo su  quanto si può ricavare, fino al punto di mentire per disprezzare la qualità e giocare al ribasso.

“Noi siamo come delle prostitute” commenta alla sua assistente il battitore, cioè disposti a tutto pur di concludere al meglio l’asta. Nella parte iniziale della storia, sembra proprio che nessuno riesca a salvarsi tranne il giovane Martin ma nelle fasi finali, la stagista supera i dilemmi interiori e personali per contribuire a sbloccare lo stallo del quadro ambito da loschi personaggi disposti a tutto e lo stesso suo capo, apparentemente cinico e altezzoso, si rivela  e si scopre dal punto di vista umano, consapevole della meraviglia imprevista che questo lavoro può riservare. Il destino di un capolavoro sembra quindi spostare la storia in una misteriosa e intrigata rete di relazioni.

Pascal Bonitzer oltre che regista è anche sceneggiatore e critico cinematografico francese, dopo la laurea in Filosofia, ha scritto per i Cahiers du Cinéma a partire dal 1969. Inizia nel 1994 una fortunata collaborazione con Jacques Rivette, con il quale lavora a tutte le sue opere successive fino alla morte di lui nel 2016.  Debutta al Cinema molto tardi, nel 1996, con il lungometraggio Encore, con il quale vince il premio Jean Vigo. Lui è ancora convinto che attraverso le storie del Cinema, possiamo comprenderci meglio l’uno con l’altro e sciogliere le matasse misteriose della Storia anche quella più incomprensibile, crudele e priva di senso.

Leave A Comment