di Federica Piergiacomi
Viviamo in un periodo storico in cui siamo diventati co-creatori della conoscenza sociale e politica che ci circonda.
Credere che esista una realtà unica, univoca e oggettiva al di fuori di noi stessi è ormai un pensiero superato dalla velocità, dalla falsità e dalla superficialità della comunicazione. In questo momento storico la vita e le informazioni corrono fra mondi virtuali, social network e immagini per rappresentare qualcosa che non è perfettamente fedele alla realtà. La “fake news” si confonde con la realtà e spesso ne diventa la parte più vera.
Alberto Moravia affronta questo problema, forse con un pizzico di preveggenza, già nel 1986 quando pubblica l’Angelo dell’Informazione.
A riutilizzare questo testo come strumento per rielaborare il mondo di oggi è la nuova produzione Out Off che, sulla scia delle scelte delle ultime produzioni, da Testori a Calvino, con un’attenta regia di Lorenzo Loris lo fa rivivere, riportando in scena attraverso le vicende dei tre protagonisti la differenza tra informazione e verità.
La verità viene continuamente ribadita, portata agli estremi, sviscerata nei suoi eccessi, fino quasi a confondersi con la bugia. Avviene tutto in nome della Verità, ma ad un certo punto, non siamo più sicuri di cosa sia davvero quest’ultima, cosa inventato e cosa creato dagli attori stessi.
Lorenzo Loris ci spiega:
“Moravia sosteneva che non necessariamente tante informazioni portano alla verità. Anzi, lui diceva che ci sono due modi di nasconderla: uno consiste nell’omettere le notizie e l’altro invece nel dirne tantissime. Oggi, con i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione, si va spesso in quella direzione. Ovviamente la verità è sempre mediata dall’opinione personale, soprattutto nel caso di chi si occupa di giornalismo, che deve comunque interpretare i fatti che di per sé possono rappresentare la verità”.
In scena abbiamo tre attori, Antonio Gargiulo, nel ruolo del marito politologo, Silvia Valsesia, la moglie Cetta, Daniele Gaggianesi, Vasco l’amante.
Il testo risulta semplice da seguire, con una regia attenta alle sfumature, tra gli attori, tutti con una forte presenza scenica, spicca l’unica donna, Silvia Valsesia, da cui difficilmente si distoglie l’attenzione. La seguiamo nei suoi movimenti e nelle sue intenzioni, non ci immedesiamiamo con lei, perchè il testo non ce lo chiede, ma la capiamo, ci incuriosisce il discorso sulla verità che porta avanti prima col marito e poi con l’amante. A tratti comico, in certi punti addirittura grottesco, ma composto da quella comicità che aiuta a riflettere, che non è fine a se stessa, che non serve a farti ridere e basta, a farti svagare per una sera, ma che ti prende e nello stesso tempo ti allontana quel tanto che ti serve a vedere le cose con chiarezza.
Unica nota stonata sono i costumi, non è chiaro il periodo in cui sia ambientato lo spettacolo, la scheda di presentazione, dice di voler essere fedele al testo e che siamo negli anni Ottanta, ma gli elementi degli abiti che ce lo fanno pensare sono davvero pochi. Gli anni 80 vivono anche del lascito della rivoluzione sessuale iniziata negli anni 60-70 ma la protagonista sembra quasi essere uscita dagli anni 40.
La scena invece è semplice e funzionale, pochi elementi carrellati che ci fanno immergere a tratti nella casa del marito e a tratti in quella dell’amante. Il pavimento blu, ci rievoca il mare, luogo centrale nella notizia che il marito, politologo, deve dare ai suoi lettori, sul fondo delle veneziane storte, che ci danno quasi un senso di sgretolamento, forse del mondo reale?
A tratti un po’ statico, ma anche il testo stesso lo è, ad ogni modo questo non ci disturba e l’attenzione si tiene bene per tutta la durata della pièce.

L’ angelo dell’ informazione di Moravia. Nella foto S. Valsesia-D. Gaggianesi, foto DORKIN
Alla fine tutti sembrano sapere tutto, la verità appunto, quella verità che però è sempre condizionata dalle opinioni personali, nella vita privata come nel lavoro di giornalista, ma a tenere in equilibrio la verità, forse sono le illusioni. Nello spettacolo il tema centrale che gestisce il ménage, l’Amore, risulta infine la più grande delle fake news, la più meravigliosa delle bugie. In fondo un po’ come il teatro.





