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Maledetta primavera

di Miki Solbiati e Noemi Stucchi

Che fretta c’era, maledetta primavera”. Dall’amore si rimane fregati, lo dice la canzone che passa alla radio.
Eppure ne vale sempre la pena. Voglia di innamorarsi ancora

Aspettavamo di vedere Maledetta Primavera al cinema, ma nelle sale cinematografiche non ci è rimasto troppo a lungo ed ecco che lo vedo adesso in streaming a noleggio su Amazon Prime Video. Maledetta primavera è un film che si vede bene anche nell’intimità della propria stanza dietro al piccolo monitor del pc.

Un film che forse non entrerà negli evergreen ma che riesce a smuovere con semplicità qualcosa del nostro intimo. Non a caso Elisa Amoruso dedica il film alla propria famiglia. Non so quanto ci sia di autobiografico, ma l’ambientazione è verosimile e traspira aria di vissuto.

Maledetta primavera come la canzone di Loretta Goggi è un film intimista dove spicca la magistrale interpretazione di Micaela Ramazzotti madre premurosa e moglie di uno scapestrato, il bravissimo attore Giampaolo Morelli, che ha anche lui una sua umanità oltre ad essere molto spiritoso.

L’amore ha diverse forme: c’è quello di un’adolescente (Nina, interpretata da Emma Fasano) che per la prima volta entra in contatto con la propria sfera emotiva, c’è quello di una moglie (Micaela Ramazzotti) che ha trovato il vero amore in quell’uomo sbagliato di suo marito (Giampaolo Morelli), che non raddrizzerà mai nonostante i litigi. É anche l’amore di un genitore per un figlio, di una mamma che non vuole esserlo ma che già ama la propria creatura.
Un film di evasione, fatto di asma che toglie il respiro, di un’aria ritrovata sui grandi balconi o in un campo all’aperto dove poter suonare il sax. La stessa aria che entra dal finestrino abbassato di una macchina nuova che oggi ha quel sapore un po’ retrò.

Maledetta primavera è un film ambientato nel 1989 che parla di una quotidiana anormalità. La scuola cattolica e le processioni di paese come centro di aggregazione, la periferia romana, i traslochi d’emergenza, le case popolari; poi c’è il mare, il camper e la libertà delle gite fuori porta.

Il film mi ha intristito un poco non tanto per la coppia, diciamo in crisi, Micaela Ramazzotti e Giampaolo Morelli che in fondo si amano ma per i casermoni, la solitudine del figlio piccolo, il mare così scarno.
L’ambientazione fortemente connotata fa da sfondo ai personaggi. Ognuno, nonostante le proprie solitudini, trova il coraggio di amare. Un film che merita di essere visto e che arriva a chi guarda con delicatezza.

Come sempre amiamo la spontaneità di Micaela Ramazzotti nel ruolo di moglie e madre, una donna leggera ma allo stesso tempo forte, il centro saldo di una famiglia rattoppata. Micaela Ramazzotti è all’altezza dei suoi film migliori come La pazza gioia e riempie la scena con il suo sorriso accattivante ma spesso amaro.

La vicenda si snoda tra Nina, figlia della coppia e Sirley che parla un criptico francese, le due adolescenti diventano grandi a loro modo. C’è tanta tenerezza perché trovano per la prima volta il coraggio di amare. Guardiamo il mondo dagli occhi di Nina, dal suo sguardo di adolescente e sorella maggiore, da ragazza innamorata di Sirley (Manon Bresch), la compagna di classe della porta accanto con cui parla una lingua tutta loro (il francese) isolandosi dal resto del mondo.

Così ritroviamo nel comunicato stampa del film:

Maledetta primavera è il racconto di come il desiderio plasma e trasforma l’infanzia in adolescenza. Una storia di crescita e di solitudini. Una storia d’amore vista con gli occhi di una bambina che cerca il suo posto nel mondo.

E anche se alla fine se ne andrà, come per ogni stagione c’è una certezza.
Tornerai, maledetta primavera.

 

Photo Credits: www.kinoweb.it

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