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Mutazioni di linguaggio. Segno, parola. Silenzi

28 Dicembre 2017
1.682 Views
di Erika Lacava
Una mostra di Maroncelli 12, Carte Scoperte, Casa dell’Arte Spagna Bellora

Nanni Balestrini, High and Hell, 2011, clichés di magnesio, 305,5×73,5×73,5 cm, Courtesy Galleria Mazzoli, Modena

 

Una mostra particolare nella sua conformazione, che affianca in modo originale autori storici ad artisti più recenti per esplorare, in una sessantina di lavori, tre diverse modalità di rappresentazione del linguaggio nell’arte contemporanea.

È “Mutazioni di linguaggio. Segno, parola. Silenzi” a cura di Luciano Tellaroli, che, attraverso le premesse filosofiche di Heidegger, Wittgenstein, Noam Chomsky e le neuroscienze sull’importanza del linguaggio per lo sviluppo del pensiero, gli assegna il ruolo di elemento discriminante nell’evoluzione della specie umana che ha reso possibili innovazioni tecnologiche fondamentali, prima tra tutte la scrittura, con la sua capacità di resa simbolica del significato.

La mostra ha luogo in tre sedi diverse, due delle quali, Maroncelli 12 e Carte Scoperte, l’una accanto all’altra nella zona di Porta Nuova, a Milano, recentemente riqualificata come luogo preferenziale per le gallerie d’arte.

La terza sede è l’ex Centro Culturale d’Arte Bellora, in Brera, luogo storicamente conosciuto nella Milano degli anni ’80 come vivace centro di scambio culturale e recentemente rinato per volere di Anna Spagna come Casa Museo Spagna Bellora con l’intento di presentare nomi recenti accanto ad artisti che hanno esposto nella sede del Centro Culturale e allo Studio Santandrea del gallerista Gianfranco Bellora. Troviamo tra questi artisti Alessandro Algardi, Agostino Ferrari, Lamberto Pignotti, Adriano Spatola, scoperti e collezionati dal Bellora con l’aiuto di Emilio Isgrò a partire dagli anni ’70 ed esposti in questa mostra accanto a esponenti della Poesia Visiva come Mirella Bentivoglio e Nanni Balestrini.

Tra i giganti del “Segno”, per la prima sezione della mostra, troviamo gli inconfondibili segni di Carla Accardi, la matericità di Kounellis, le linee di Arturo Vermi e diverse opere del californiano Dan Miller (1961), presente nell’ultima Biennale di Venezia di Christine Marcel. Con le sue lettere stratificate le une sulle altre fino a coprire l’intero spazio della tela, l’artista, in collezione permanente al MoMA di New York, annulla il valore semantico della parola per restituirne soltanto la valenza del segno.

Dan Miller, Senza titolo, 2013, acrilico e inchiostro su carta, 56×76 cm

 Nella sezione dedicata alla “Parola” troviamo i già citati esponenti della Poesia Visiva Bentivoglio e Balestrini, che presenta un grande totem di cubi sovrapposti, accanto ad Anna Spagna, piccoli arazzi di Boetti e un collage su carta di Rauschenberg. Annullamento di significato, impossibilità di espressione e rifiuto della parola stessa conducono alla sezione “Silenzi”, in cui sono esposte opere di Dadamaino, Algardi, le cancellazioni e le formiche di Emilio Isgrò, e i fili di Dado Schapira.

Artista milanese, Dado Schapira (1957) impiega materiali significanti come libri, filo, chiodi per costruire percorsi personali in cui l’arte tessile si unisce a quella concettuale. Nel novero degli artisti promossi da Saatchi, a Milano è trattato dalla Galleria Grossetti. Su Not Only Magazine è possibile trovare una sua intervista del 2016 (https://www.notonlymagazine.it/i-mille-fili-di-dado-schapira/ )

Dado Schapira, Silence 3, 2011, tecnica mista, 54 x 64 cm

 

La mostra “Mutazioni di linguaggio. Segno, parola. Silenzi”, terminata a fine Novembre alla Casa dell’Arte Spagna Bellora, prosegue nelle sedi di Maroncelli 12 e Carte Scoperte fino al 31 Gennaio 2018.

Galleria Carte Scoperte – Via Maroncelli 14 – +39 02 89354565 – www.carte-scoperte.com
Galleria Maroncelli 12 – Via Maroncelli 12 – +39 335 8403484 – www.maroncelli12.it
Casa dell’Arte Spagna Bellora – Via Borgonuovo 18 – +39 02 29000076

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