di Isotta Giussani
Il 27 settembre inaugura al Mudec – Museo delle Culture di Milano, il grande progetto Geografie del Futuro: tre mostre e un ricco palinsesto di eventi con l’obiettivo comune di raccontare le nuove frontiere della Geografia.
Con Geografie del Futuro il MUDEC si prefigge di raccontare una nuova idea di geografia, forse la più attuale e labile delle discipline, in un mondo che riduce sempre più gli spazi grazie alla tecnologia, e dove i luoghi e i non-luoghi da esplorare diventano sempre più complessi e elusivi, secondo l’immagine che all’inizio dell’Ottocento ne dava Alexander von Humboldt: quella di una serie si labirinti, per cui l’uscita dall’uno coincide con l’inizio del successivo.
“Esploratori 2.0. CAPITANI CORAGGIOSI. L’avventura umana della scoperta (1906-1990)” è la mostra che celebrerà, a partire dal 28 settembre, il Novecento Italiano.
L’esposizione indaga le frontiere dell’esplorazione novecentesca fino a oggi, e lo fa toccando le vette, lo spazio, gli abissi e la terra più profonda, ovvero gli ultimi confini geografici indagati dagli esploratori professionisti in un periodo – quello dai primi decenni del ‘900 a oggi – in cui la mappatura delle terre emerse era ormai stata completata dal lavoro dei pionieri ottocenteschi.
Attraverso opere della collezione permanente del Museo delle Culture di Milano, fotografie, filmati e cimeli di famose spedizioni, il pubblico parteciperà alla trasformazione del concetto di ‘esplorazione’ nell’ultimo secolo, con un particolare focus sulle conquiste maturate in Lombardia.

MOSTRA: CAPITANI CORAGGIOSI. L’avventura umana della scoperta (1906 – 1990). Manifesto del film “Italia K.2” 1955. Crediti: Museo Montagna – CAI-Torino
“Se a parlare non resta che il fiume” è un’istallazione artistica multimediale che intreccia il lavoro sul campo della fotografa ed educatrice Jane Baldwin con l’impegno di Survival International, che da cinquant’anni lotta per la sopravvivenza dei popoli indigeni in tutto il mondo, e la creatività artistica di Studio Azzurro.
L’istallazione racconta la storia attuale di un fiume e dei popoli che esso sostiene – principalmente attraverso le voci delle donne.
Oggetto dell’esplorazione sono due luoghi Patrimonio dell’Umanità Unesco: la bassa valle dell’Omo in Etiopia e il Lago Turkana in Kenya – la cui geografia fisica e umana è minacciata da una drammatica crisi umanitaria e ambientale provocata dall’uomo.

MOSTRA: SE A PARLARE NON RESTA CHE IL FIUME. Render. L’installazione artistica di Studio Azzurro e della fotografa Jane Baldwin a sostegno di Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni. Crediti: © Jane Baldwin/Studio Azzurro
Rientra come terza mostra – e nuova frontiera della geografia – nel progetto Geografie del Futuro, “The Art of Bansky, a Visual Protest”. Banksy, artista e writer inglese la cui identità rimane tuttora nascosta, è considerato uno dei maggiori esponenti della street art contemporanea. Con questo artista la relazione con la geografia e il paesaggio si connotano di tratti assolutamente “sociali”.
Di Banksy verrà analizzata in mostra l’attitudine sperimentale, l’attenzione sulle realtà urbane, la teoria della “psicogeografia” secondo cui lo spazio di azione dell’artista è il territorio, il voler creare delle situazioni, il forte senso di appartenenza comunitari, l’impulso controculturale.
Il suo lavoro ha infatti come componente fondamentale la relazione con il paesaggio umano nel quale si esprime, spesso in zone di conflitto, dove anche la politica e le istituzioni faticano ad arrivare. In mostra, attraverso circa 70 lavori tra dipinti, sculture, prints, oggetti, verranno presentati attraverso fotografie e video anche i murales di Banksy nella loro collocazione originaria in luoghi dei cinque continenti.
MUDEC – Museo delle Culture di Milano
Via Tortona 56
28 Settembre 2018 – 14 Aprile 2019
Informazioni: 02/88.46.37.24 – c.museoculture@comune.milano.it