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La Spia Celeste Cristoforo Gorno

La Spia Celeste il nuovo libro di Cristoforo Gorno

di Noemi Stucchi

Un nuovo libro

La Spia Celeste è il nuovo libro di Cristoforo Gorno (2022) edito da Rai Libri. Al centro ci sono le vicende di Saulo, chiamato anche con il nome romano di Paolo di Tarso.

Calando una figura evangelica all’interno di un contesto storico definito e complesso, Cristoforo Gorno gioca nella costruzione di un romanzo che, seppur di invenzione, si riaggancia a un’accurata ricostruzione storica. Attraverso la meticolosità delle fonti citate, vedremo Paolo di Tarso interfacciassi con i potenti dell’epoca.
Ma chi era Paolo di Tarso che è stato redento sulla via di Damasco? In questo libro viene ritratto appunto come “La spia Celeste”, colui che, per conto dell’Impero Romano, viene assoldato come spia. Un infiltrato per tenere a bada le ribellioni giudaiche, allo stesso modo un alleato per favorire la pace tra i popoli dell’Impero. Una missione che nelle mani di Paolo diventa evangelizzazione, conversione, fede.

Ma non sveliamo oltre, se non qualche dettaglio in più a seguire.

Cristoforo Gorno, Cronache dall’Antichità e ringraziamenti

Per Not Only Magazine avevamo già letto  Cronache dall’Antichità  (qui la recensione). In quell’occasione Cristoforo Gorno ci conduceva per mano nel mondo antico per riscoprire figure e archetipi che ancora risuonano nel mondo attuale.
Ora ci ritroviamo con un nuovo libro tra le mani e come spesso accade, mi ritrovo a leggere per prima cosa le ultime pagine in cui l’autore, liberato dall’incarico della stesura del testo, si lascia andare nei ringraziamenti.
Questi iniziano così: “Più volte, scrivendo, ho avuto la tentazione di lasciar perdere: troppo spinoso il tema, troppo problematica la figura di Saulo, o Paolo, di Tarso”. Per poi aggiungere di lì a poco un pensiero per il lettore: “Grazie a chi, leggendo, è arrivato fino a qui”. Così, avendo barato, procedo a ritroso alle prime pagine.

La Spia Celeste: introduzione e contesto storico

“Siamo epicurei, stoici, cinici (…) non crediamo più a nulla, per questo siamo diventati capaci di empietà tanto orrende, senza timore che un dio o una dea si manifestino per punirci  (…) “ Forse” conclude tra sé, “gli dei ci mancano”. (così parla Vitellio, p. 15)

Come ci viene detto il tema è spinoso e ci basteranno poche pagine per capirne il conteso.
Il racconto si sviluppa in un contesto geopolitico vastissimo, dall’Armenia fino ad Antiochia, Damasco e Roma. Siamo a Gerusalemme nel 36 d.C e si parla della nascita del Cristianesimo, una setta pericolosa agli occhi degli imperatori:

“Chi erano? In quale Dio credevano? (…) Non si capiva bene, non si sapeva neanche come chiamarli: la Chiesa, cioè l’assemblea (…)”.

Qualcosa che solo nel 42 d.C. si discosterà dalle altre sette giudaiche riuscendo a distinguersi con il nome di “cristiani” (riferimenti a p.62). Una presenza da tenere d’occhio perchè oltre alla parola di Iesus (l’evanghelion) si parla di far cassa; e affinché i credenti possano liberarsi dei beni terreni, le donazioni aumentano e il patrimonio cresce, tanto’è che “I Dodici si lamentavano perchè dovevano occuparsi di faccende terrene e non avevano abbastanza tempo da dedicare alla preghiera”.

Cristoforo Gorno ci accompagna in un viaggio da Oriente a Occidente. Si parte dall’opera di evangelizzazione in relazione ai suoi interlocutori più ostili come, ad esempio, il culto pagano di Artemisia di Efeso o la mancata conversione di Drusilla. Un percorso che si conclude a Roma, nell’incontro tra Paolo e San Pietro.

Paolo di Tarso

Tra vari intrighi e molte voci, di capitolo in capitolo inizia a delinearsi la figura di Paolo di Tarso. Cristoforo Gorno ce lo introduce poco alla volta, distaccandosi dall’unicità del punto di vista con cui questo personaggio ci è stato da sempre raccontato. Calato nella sua dimensione storica, conosciamo l’essere umano che si cela dietro la figura del Santo.

Su di lui ricade il disegno divino: “Saulo è per me uno strumento eletto, sarà lui a portare il mio nome dinnanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele” (p. 48).
Attraverso il confronto tra diverse fonti, l’autore invita a leggere tra le righe per riuscire a intravedere un profilo differente. È possibile che San Paolo, uno dei fondatori del Cristianesimo, abbia anche avuto un ruolo determinante all’interno dell’Impero; probabilmente una spia, Celeste per l’appunto, per conto dell’Imperatore Romano d’Oriente.

Infatti “Le dispute dinastiche in Palestina sono complesse” (p.17) e dopo la deposizione di Pilato e Caifa, “le tensioni qui possono allargarsi e infiammare tutto l’oriente”. Al fine di contenere le polemiche sull’invadenza romana nella religiosità giudea, Lucio Vitello scrive a Marcello per trovare qualcuno che possa “diventare l’occhio e l’orecchio di Roma dentro la comunità giudea”(p. 37).

“Chi cerchiamo non deve sentirsi un traditore o una spia, ma un alleato nel conseguimento dei più alti dei fini: favorire la pace e l’amicizia tra i popoli dell’impero”

Una Spia Celeste dell’Impero

Prende forma il ritratto di Paolo di Tarso, il soldato pentito,“la spia Celeste” redento sulla via di Damasco.

A pagina 39 l’autore si appresta a indicare quali sono le basi di questa intuizione.
Ad esempio, sappiamo che San Paolo è sprovvisto di documento di identità e gli viene offerto un  nuovo nome e da Saulo diventerà Paulo. Sa parlare quattro lingue e le sue origini sono incerte: è nato in  Cilicia da una famiglia di Farisei, ma “sostiene di essere cittadino romano per nascita”.

Al centro di questa intuizione c’è un episodio scatenante. Gli Atti degli Apostoli raccontano che nel 58 d.C deve recarsi a Gerusalemme per giustificare il suo mandato davanti ad un pubblico ostile. In questa occasione viene detto che Paolo è prigioniero, ma procedendo nella lettura vedremo come gli siano concessi alcuni trattamenti di favore. Ai nostri occhi sembra un vero e proprio programma di protezione testimoni in cui l’appoggio imperiale non manca a farsi sentire.

Stile Narrativo

Cristoforo Gorno torna ad essere una guida maestra accompagnando per mano il lettore di pagina in pagina. Il quadro viene ricostruito dalle tante voci e dai racconti in prima persona dei protagonisti che prendono parola.
Cristoforo Gorno immagina di sentire le discussioni dell’epoca e il testo viene intervallato dal discorso diretto con battute e risposte taglienti. Un espediente di finzione che ha il peso del vero nella sua dettagliata ricostruzione storica. Più si va avanti nella lettura e più il lettore riesce a ricostruire il quadro complessivo.

A livello di stile narrativo, alcuni punti diventano un banco di prova per la maestria dell’autore che riesce a descrivere la situazione immedesimandosi in diversi punti di vista. Tra le tante curiosità, potremmo fare l’esempio della parte in cui viene descritta la morte di Agrippa attraverso la comparazione di tre fonti: agli gli Atti degli Apostoli (72 – 78) viene contrapposto il testo “Antichità Giudaiche” di Giuseppe Flavio a cui si affianca la visione romanzata della voce dell’Imperatore. In altri casi si passa al confronto tra le fonti cristiane come le Lettere di Paolo alle citazioni non religiose come quelle di Tacito e Filone Alessandrino.

Consigli di lettura

Gli appassionati del genere storico apprezzeranno La Spia Celeste per la ricostruzione dell’impianto narrativo, a cavallo tra espediente letterario e verità.
Nonostante la complessità dei temi trattati, l’autore convalida la sua tesi attraverso la forza delle semplicità. La lettura scorre veloce e il ritmo dei dialoghi diventa sempre più incalzante. Si viene guidati alla contemplazione di diversi punti di vista e di pagina in pagina l’autore regala a chi legge l’esperienza di riuscire a vedere le cose nel loro quadro complessivo.

Anche in questo nuovo libro, Cristoforo Gorno dimostra di essere il divulgatore del mondo antico che è capace di accompagnare un vasto pubblico all’interno di un viaggio tutto da scoprire.

Cristoforo Gorno

CRISTOFORO GORNO: Autore e conduttore televisivo. Ha curato, tra le altre, le trasmissioni Gaia e Kilimangiaro (Rai 3), Atlantide, Impero e Sfera (La7),  La Macchina del Tempo (Rete 4). Dal 2015 conduce su Rai Storia una fortunata serie di programmi storici da lui ideati: dopo due edizioni di Cronache dall’antichità, la trasmissione passa all’approfondimento di diverse epoche e, con lo stesso format, diventa Cronache dal Medio Evo, Cronache dal Rinascimento, Cronache dal mito e Cronache dall’Impero. Nel 2019 venne realizzata un programma simile di due sole puntate dal titolo Repubblica Romana 1849. Un romanzo d’avventura. Nel 2019 ha pubblicato con Rai Libri il romanzo Io sono Cesare. Memorie di un giocatore d’azzardo e Cronache dall’antichità (2020)

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