Di Eleonora Attolico
Una donna forte che sa difendersi. E’ il filo conduttore della moda a Milano per il prossimo autunno- inverno. Femministe della prima ora come Miuccia Prada avvertono l’insicurezza generale che assedia tutte: giovani e anziane. La designer milanese racconta di averci riflettuto mentre camminava da sola, la notte, per le strade di Milano. Non a caso la collezione presenta cappotti scafandri, ghette e stivali dalla suola spessa. Un guardaroba a protezione del nostro corpo.
Di romanticismo e ragazze eteree non ne vuole sapere più nessuno. Ha scritto Natalia Aspesi in questi giorni su Repubblica :” Donne oltre che intoccabili, guerriere”. Ecco allora che, alla palestra Doria di via Mascagni, Matteo Marzotto con Dondup, attrezza le modelle come pugili: ai piedi gli scarpini rossi con i lacci. Altri brand trasformano i piumini in armature come fa Moncler, in particolare con la capsule collection disegnata da Pierpaolo Piccioli.
Ci sono stati momenti angoscianti come durante la sfilata di Gucci trasformata in una gelida sala operatoria, un posto dove non vorresti stare. Per di più con le modelle a sfilare con la loro testa in mano. Orrore. Sono le elucubrazioni oscure dello stilista Alessandro Michele che, piaccia o no, va fortissimo. Per fortuna con Marco de Vincenzo si riflette senza intristirsi. Al Teatro Vetra il creativo si sofferma sul rapporto con la TV. Pensa a quello strano momento in cui si interrompono le trasmissioni e, sullo schermo, compare il cerchio con i quadrati bianchi e neri abbinati alle strisce colorate. Motivi arcobaleno declinati sui pantaloni a vita bassa e sulle pellicce televisive. Il Quinto Potere diventa un rifugio.
Tornando alla donna guerriera da notare come da Fendi le ragazze scelgono i camperos, perfetti per scacciare il molestatore di turno. Ma, quando è possibile, le girls si infilano straordinarie pellicce intarsiate, una dimostrazione tangibile di alta artigianalità, unica al mondo. Anche i trench del giovane austriaco Arthur Arbesser hanno qualcosa di avvolgente, di rassicurante. Sono luminosi, iridescenti. Tod’s da prova di eleganza. In passerella molta pelle trattata come fosse tessuto, i colori sono caldi, dal bordeaux al curry. Sullo stesso stile, chic e ben fatta la collezione di Salvatore Ferragamo. In casa di Les Copains, invece, sono gli angeli a proteggere le ragazze. Meravigliosi puttini tramati sui golf. A sfondo religioso con tanti ex voto, gli abiti di Dolce & Gabbana. Una passerella divertente, fantasiosa, piena di energia.
Sparita dal radar, invece, la bambola sexy. Se proprio vogliamo una ragazza immagine, arriva la majorette di Numero 21, il brand disegnato da Alessandro dell’Acqua. E’ una donzella scattante che assume un’aria militaresca. Austerità e rigore da Anteprima, con gonne lunghe e monacali. Sicuramente non da squinzie. Persino il rosa non è più sinonimo di leziosità. Basta saperlo calibrare. La pensano così da Max Mara dove il cappotto chewing gum avvolge la donna in una coperta. Molto sbarazzina la tipa di Sportmax che opta per un parka blu scuro da velista. Un capo da tutti i giorni versatile e chic. Da gran sera il Versace Power dove Donatella abbina ai famosi stampati della Maison, sbarazzine Tshirt che infondono un senso di libertà così come appare potente anche la passerella di Roberto Cavalli.
Ma se non sei romantica significa che rifiuti l’amore? Tutt’altro e ce lo dimostra Antonio Marras. Lo stilista di Alghero manda in scena donne appassionate, uomini che le fanno ballare e un’infinità di baci e carezze. Alcuni designer strizzano l’occhio al mondo dell’arte come Vivetta , talento in ascesa. Trae spunto dal Surrealismo mentre il marchio Piccione Piccione continua la ricerca sugli stampati. Alcuni stilisti puntano sul circo come Genny, altri sul cinema e si fanno mecenati. Uno è Giorgio Armani che ha finanziato un cortometraggio realizzato da otto giovani guidati da Michele Placido e dalla costumista premio Oscar Gabriella Pescucci. Il film dura dieci minuti e si intitola “La giacca”. Si lascia vedere con piacevolezza. Un’ora prima, nel teatro attiguo, Re Giorgio aveva presentato la collezione con giacche corte, pantaloni a sacco e qualche completo scintillante.
“E’ un momento forte per la moda italiana” commenta soddisfatto Carlo Capasa, il Presidente della Camera Moda italiana, da noi intercettato prima della sfilata di Ermanno Scervino il quale si allinea al trend generale. Alle modelle fa indossare sugli abiti lunghi e leggeri, cappotti dal taglio maschile. Colorata e forte anche la collezione di Veronica Etro, tutta da gustare come un cremino al cioccolato.
La mondanità a Milano non è mancata. Un cocktail di Buccellati in via Montenapoleone dove si presentava la nuova campagna scattata da Peter Lindbergh. Foto magnifiche in bianco e nero costituivano un’ottima alternativa a chi non era stato invitato alla sfilata di Prada. Inoltre da segnalare a Palazzo Reale la mostra dedicata alla moda italiana dal 1971-2001. Si potrà visitare fino al 6 maggio. E qui le critiche vanno fatte: pochi se non inesistenti video, didascalie messe in un microscopico schema al centro delle sale, scomodo e quindi inutile. La sera dell’inaugurazione qualcuno c’è: Giovanni Gastel, Raffaella e Gigliola Curiel, Alessandro Sallusti. Peccato che, pur essendo un cocktail, neanche un tramezzino. Agli ospiti venivano serviti, insieme a un ottimo Franciacorta, solo due noccioline e quattro crackers. Una mezza figuraccia sotto vari punti di vista.