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A tutto TOD’S

22 Gennaio 2018
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di Eleonora Attolico

“ Se fai una scarpa scomoda la gente ti maledice tutto il giorno e non vede l’ora di andare a casa per levarsela” diceva Dorino Della Valle ai figli Diego e Andrea. La filosofia e il successo di Tod’s stanno nell’essere marchigianamente concreti e, con un’allusione ovvia, con i piedi per terra.

Fondata a Casette d’Ete, vicino a Fermo, nei primi anni del Novecento da Filippo della Valle, si è sviluppata negli anni Quaranta con il “filosofo” Dorino. Vale la pena raccontarne la genesi: “Mio Nonno Filippo”ricorda Diego “ faceva il calzolaio. Due volte alla settimana mio padre, insieme a Zio Pasquale, saltavano sulla bicicletta o prendevano i treni merci a Pescara, Forlì e Bologna per vendere le nostre calzature ai grossisti. Negli anni Sessanta mia madre, Maria Micucci, cuciva suole e tomaie facendomi dormire nelle ceste delle scarpe per tenermi d’occhio”. Ricordi da film neorealisti. Oggi Tod’s è una azienda all’avanguardia con ampi spazi, quadri di arte contemporanea e molti confort: una mensa quasi cordon bleu (assaggiato un ottimo tacchino durante una visita) ma anche l’asilo e la palestra.

Quel che colpisce è la forte presenza sui mercati internazionali e la diversificazione. Non solo scarpe e borse ma anche abbigliamento.  Oltre all’ammiraglia Tod’s ci sono le scarpe Roger Vivier ( rese famose negli anni Sessanta da Catherine Deneuve in “Bella di Giorno”) e i marchi Hogan e Fay. A proposito di Fay, da notare la fresca nomina  dell’austriaco Arthur Arbesser, come Direttore creativo, un talento da tenere d’occhio.

Focalizzandoci sulla fashion week milanese, è indubbio che la presentazione di Hogan e soprattutto la sfilata di Tod’s siano appuntamenti che, a modo loro, orientano il mercato. La collezione donna primavera-estate 2018 prende ispirazione da un noto film con Jude Law, Matt Damon e Gwyneth Paltrow : “Il Talento di Mister Ripley”. Una pellicola  crudele e patinata. Racconta una storia di avarizia, crudeltà e cupidigia il tutto edulcorato da una scintillante cartolina di Roma e Positano. Ed è proprio l’aspetto glamour di un’ Italia non ancora massacrata dal turismo ciabattone quello che Tod’s ha voluto esaltare in passerella. Ecco allora il top foulard con le fantasie della costiera amalfitana e vari abiti dalle linee morbide. Inoltre camicie, pantaloni e shorts da vacanziera di lusso. La pelle e la nappa sono trattati come tessuto ma spazio anche alle divertenti giacche di cavallino pezzato. I colori sono facili da abbinare: la tavolozza è chiara: bianco, sabbia, beige fino al rosa pallido con qualche schizzo di mostarda. Eppure la forza trainante di Tod’s restano gli accessori. Andranno a ruba i sandali incrociati perfetti per una visita a Pompei o i mocassini indiani con le frange da esibire a un cocktail in una villa di West Hollywood. Accattivante il lavoro sulle borse con varie sovrapposizioni di pellami ma anche i bauletti e le tracolle decorate da gommini. Già il gommino. Icona del marchio.  Fu un’idea di Diego Della Valle (in codice aziendale DDV)  che, alla fine degli anni Settanta, ha voluto una scarpa casual e elegante al tempo stesso, quel mocassino leggero, piatto e morbido con 133 sfere di gomma lungo la suola. Un successo planetario che portò, nel novembre del 2000, la Tod’s SPA (con tutti i marchi sopracitati)  ad essere quotata alla Borsa di Milano. Nel dicembre del 2016 il fatturato è stato di 1004 milioni di euro e i dipendenti sono oramai oltre cinquemila. Il nuovo Amministratore Delegato è Umberto Macchi di Cellere, già top manager da Bulgari.

Diego Della Valle è un capitano d’industria originale. Non dice mai banalità come quanto sostenne, pochi mesi fa che, almeno per quanto riguarda la linea Tod’s, il Direttore Creativo non serve più. E’ meglio avere un ufficio stile che fa squadra e innova. La dichiarazione ha suscitato ampie discussioni. E’ capace di grandi slanci di generosità ed è l’antitesi dello snob. Qualche anno fa, a un cocktail di presentazione di Hogan a Milano dove erano stati invitati quattrocento ospiti tra giornalisti stranieri, vip, bloggers, attricette e modelle di varia provenienza, prese a chiacchierare per mezz’ora con un cameriere. Era come lui originario delle Marche. Parlavano di Casette d’Ete,  di realtà locali e lui rispondeva con precisione e impegno neanche fosse stato a una riunione di Mediobanca.  E’ fatto così DDV. Ed è il suo bello.

 

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