di Noemi Stucchi
La trovata pubblicitaria del Principe Harry
In metropolitana, alle fermate del bus, sui cartelloni pubblicitari. La faccia del Principe Harry è dappertutto, con lo sguardo lontano e gli occhi tristi. Un’espressione tanto intensa da diventare presto un meme e dalle strade al mondo dei social è presto fatto.
Vediamo la sua faccia dappertutto; camminando per le strade di Milano o aprendo Facebook il primo piano del Principe Harry è sempre dietro l’angolo.
La foto, grande come tutta la copertina del libro, mette a nudo le fragilità di chi si racconta. Dolore e lacrime in prima pagina per aumentare l’audience.
Ed è così che alla curiosità di scoprire cos’ha da dire il Principe Harry si aggiunge la consapevolezza di una trovata pubblicitaria riuscitissima. Il pettegolezzo, da sempre motore della curiosità mondana cittadina, ci spinge a leggere ben oltre 500 pagine per scovare quei dettagli nascosti sulla Famiglia Reale Britannica che potrebbero mettere in altra luce la Monarchia.
Come viene raccontata la storia di un regnante? Non è la prima volta che i media di massa si cimentano nello storytelling sulla Monarchia inglese. É stata raccontata in una seria tv come The Crown (link qui, con versione inglese qui), con tanto di film sulla Regina Elisabetta (qui il link alla recensione del film “Ritratto di Regina”) o su Lady Diana (qui la recensione a “Spencer”). Invece questa volta c’è qualcosa di nuovo; la Famiglia Reale Britannica viene raccontata da un insider, da chi ci è nato e ha deciso di allontanarsene. Pettegolezzo e verità, spesso e volentieri, vanno di pari passo.
The Spare: il minore
Il Principe Harry si racconta in prima persona attraverso la penna di Penny Junor, scrittrice e giornalista già avvezza nello scrivere storie sulla Royal Family (Diana, princess of Wales, 1982; Charles, Prince of Wales; 1987 e 1998; Charles and Diana: Portrait of a Marriage (1991); The Firm: The Troubled Life of the House of Windsor, 2005; Prince William: The Man Who Will Be King, 2012). La stessa autrice si era cimentata nella storia del principe Harry nel 2014 con il libro intitolato: Prince Harry: Brother, Soldier, Son.
L’autrice si nasconde dietro la voce narrante di Harry e a tutti gli effetti sembrerà che ci sia lui dietro ad ogni parola. È il risultato di una serie di raccolta di interviste, tanto lavoro e ricerca.
La scelta di affidarsi a una professionista come Penny Junor si riflette in una scelta stilistica ben precisa e il libro è ben scritto. Forse perde in quel “lost in translation” che è la sua traduzione, ma stiamo pur certi che in lingua originale il libro assume un’altra musicalità. Comunque, anche in italiano, la lettura procede sostenuta e scorrevole di pagina in pagina.
Perchè il Principe Harry ha scritto questo libro?
Lo ammetto, nonostante un’iniziale titubanza, l’introduzione e i primi capitoli del libro mi hanno convinto a procedere nella lettura.
Il libro inizia con un episodio, il ritorno di Harry in Gran Bretagna per il funerale del nonno. Qui, a faccia a faccia con suo padre (Re Carlo) e suo fratello (il Principe William), si sarebbe aspettato di tutto in uno scontro di punti di vista divergenti.
Invece rimane sorpreso da un’amara verità. Si rende conto che le persone intorno a lui e che gli vogliono bene davvero non hanno capito i motivi del suo allontanamento, e forse è in quel momento che si accorge di non essere mai stato capito.
Questo è il motore che spinge il Principe Harry a raccontare al mondo le ragioni di un gesto importante, la scelta di allontanarsi dalla Famiglia Reale. E per farlo ripartire dall’inizio e raccontare la sua intera vita. Su queste motivazioni viene fatto un piccolo spoiler già a partire dalle frasi che troviamo sul retro della copertina: Harry si sarebbe allontanato non perchè mosso da sentimenti contrari alla monarchia. Lo ha fatto per salvare Meghan Markle da un destino che aveva già conosciuto e visto quando era bambino. Proteggersi dalla stampa sarebbe stato l’unico modo per far sì che la storia di Lady Diana non si ripetesse.
La prima parte del libro
The Spare significa letteralmente “ruota di scorta” ed è un’espressione solitamente usata per indicare i secondogeniti, quelli che non sono coinvolti nella discendenza al trono. Una sensazione, quella di essere stato messo da parte, che accompagna il Principe Harry nel proprio vissuto.
Ciò che Re Carlo dice ridendo “Ho dato un’erede e una scorta. Ho fatto il mio lavoro e il mio compito è finito” non può che celare una triste verità.
Harry racconta la difficoltà di parlare di sua madre in pubblico, non riuscendo ad accettare ciò che è successo. Nonostante le prove, per diversi anni ha creduto che fosse uno scherzo, una montatura. Se ne rende conto da grande, dopo aver percorso quel tunnel in macchina. Sua madre non solo è morta, ma è stata uccisa. L’odio si rivolge alla stampa, ai giornalisti che l’hanno inseguita in quella galleria.
Il lettore rimane colpito dalla lucidità con cui Harry racconta la sua volontà di evadere e il suo spirito di autodistruzione. Motivazioni profonde che l’hanno portato a intraprendere la carriera militare alla ricerca del proprio spazio nel mondo.
La parte in cui Harry racconta l’insofferenza degli anni scolastici e la decisione di svolgere una carriera nell’esercito è forse la parte più lunga del libro. Se da una parte la ripetitività potrebbe portare il lettore annoiato a saltare alcuni capitoli, dall’altro è proprio qui che Harry inizia a rivelare se stesso. Quello militare è un ambiente duro ma che permetta ad Harry una boccata di aria fresca.
Il punto di rottura
Se tutte le love story di Harry sono state condizionate dal peso della stampa, non sarà diverso neanche con Meghan Markle che sin da subito ha catturato lo sguardo del Principe con una foto su instagram. Dopo il colpo di fulmine, conosciamo meglio la persona intelligente e solare che è molto diversa dall’immagine descritta dai media.
Nonostante il matrimonio sia stato approvato della Regina e i rapporti intessuti con la Famiglia Reale siano buoni, l’immagine di Meghan è sempre stata veicolata da una narrazione non priva di stereotipi e pregiudizi, anche razziali.
Se fino a questo punto il lettore avrebbe voluto conoscere i segreti più scabrosi sulla Monarchia inglese, troverà l’unica accusa di Harry solo nelle ultime pagine. Il vero colpevole di tutto è la stampa, ma il processo mediatico ha dei complici che ne veicolano lo storytelling. La versione ufficiale dei fatti passa per le camere di Buckingham Palace, tanto che i giornalisti raccontano dettagli di una vita privata che non sarebbe stato possibile conoscere. Fatti che, puntualmente, vengono distorti per mettere in buona luce i discendenti diretti del Trono e spostare l’attenzione sul principe fannullone e l’attrice egoista sua consorte.
Allontanarsi per ricominciare a respirare sembra l’unica soluzione possibile. Ma la monarchia decide di tagliare ogni privilegio, dall’eredità al servizio delle guardie del corpo, nonostante il pericolo delle minacce ricevute.
Senza casa e inseguiti dai paparazzi, Harry e Meghan hanno dovuto affrontare prove difficili. Tra le più dure, la perdita di un figlio.
La curiosità del lettore
Il lettore non può che domandarsi se non ci sia dell’altro. Non svelerò tutti i pettegolezzi: d’altro canto ci ha già pensato Penny Junior e lo ha fatto con lo charme di esperta narratrice.
Al di là delle vicende difficili e del vittimismo (anche se, con ragion di causa) torna in diverse pagine, quella di Harry può essere letta come la storia di una ricerca costante della libertà.
Tra le parti più belle del libro ci sono i racconti di Harry immerso nella natura del Botswana. Il Principe Harry sa di essere in sintonia con il regno animale: la presenza di una volpe, di un leone e di un colibrì lo aiuteranno in alcuni momenti particolari della sua vita come segnali di aiuto. Una visione lucida di una vicinanza che racconta come forse, in fondo, chi ci ha lasciato non ci ha abbandonato davvero.