di Arianna Di Perna
Con Diabolik arriva al cinema il ladro più famoso al mondo, una trasposizione cinematografica tra il fumetto e la teatralità recitativa con un tocco noir che porta sul grande schermo l’omonimo fumetto creato dalle geniali Angela e Luciana Giussani, focalizzandosi sul primo incontro tra il ladro, genio del male e la sua compagna e complice Eva Kant.
Il film nelle sale dal 16 Dicembre dei controversi Manetti Bros, porta in scena l’incredibile storia di un ladro senza identità, riprendendo la storia fumettistica del terzo capitolo della saga: “L’arresto di Diabolik” nel quale compare per la prima volta anche Eva Kant.
Diabolik (Luca Marinelli) vessato continuamente dall’ispettore Ginko (Valerio Mastandrea) è in cerca del diamante rosa in possesso della ricca ereditiera Eva Kant (Miriam Leone). Il rapporto tra Diabolik ed Eva è un continuo gioco di sfide psicologiche in cui entrambi sono restii a lasciarsi andare e contemporaneamente restano vittime di un colpo di fulmine che li unirà per sempre.
La trasposizione cinematografica del celebre fumetto si destreggia tra scene d’azione molto intense e inseguimenti, alternando un ritmo lento e a tratti caricaturale a sequenze che portano lo spettatore ad attimi di tensione e sorpresa. La recitazione impostata con pause alternate da silenzi e rumori di sottofondo mettono in scena la volontà di rifarsi al fumetto. Così anche i dialoghi sono strutturati, forse più freddi ma ben calcolati nel dettaglio anche nelle battute di scambio tra Diabolik ed Eva Kant. Insomma, i rimandi al fumetto non mancano, prediligendo una staticità emotiva che fa della scelta stilistica del film un ibrido tra il genere noir e il genere mistery.
La bellezza di Diabolik però si palesa benissimo nelle scenografie, nei costumi, curati fino all’ultimo dettaglio nel suo insieme, dando al film un regime di bellezza stilistica molto presente lasciando l’occhio dello spettatore ammaliato dalla continuità di elementi e di indizi che vedranno per tutta la durata del film.
Il film dei Manetti Bros vive di una doppia personalità consegnando agli spettatori delle atmosfere ed un contesto unico basandosi sul più classico dei noir. Diabolik si concentra sul tema della maschera, convincendo grazie alla rappresentazione molto precisa di Clerville tra un vortice di città italiane, Bologna, Trieste e Milano, di un mondo credibile e ad un’estetica elegante. Troviamo una narrazione dentro un universo cinematico con un suo passo che non sempre stupisce ma ci fa immergere in un microcosmo elegante e misterioso.