di Noemi Stucchi
Guerra o Pace, il libro di Sebastiano Zanolli
Guerra o pace? A volte si da per scontato che sia indispensabile la pace per avere la pace.
In un libro che dimostra come la guerra e la pace non possono essere viste come un “aut-aut”, Sebastiano Zanolli spiega, passo dopo passo, come molto spesso sia utile generare la pace attraverso una fase di lite, soprattutto in un contesto aziendale e di squadra.
Guerra o pace potrebbe avere diversi sottotitoli. Stampati sulla copertina del libro, troviamo alcune frasi che introducono il lettore a scoprire i contenuti trattati:
- Pechè litighiamo. Perchè non litighiamo. Perchè dovremmo imparare a farlo meglio
- Diversità e conflitto come punto di partenza per un destino comune nella vita e sul lavoro
Grazie all’agenzia di comunicazione Manzoni 22 abbiamo avuto l’occasione di leggere Guerra o pace, un libro che incoraggia a guardare in faccia i cambiamenti senza aver paura di affrontarli. In fondo, i nostri diritti sono il risultato di chi ha saputo lottare bene prima di noi.
Litigare è utile, ma serve saper litigare bene. Come fare?
La manutenzione conflittuale in azienda. L’introduzione di Daniele Novara
Il saggio è preceduto da una breve prefazione di Daniele Novara, pedagogista e fondatore del Centro psicopedagogico per la gestione dei conflitti.
Ad avvalorare il tema della necessità della fase di conflitto all’interno delle aziende come “maieutica” e “produttiva”, Daniele Novara dice che: «La saggezza aziendale prevede delle camere di decompressione conflittuale dove si fa manutenzione, dove non ci sono né buoni né cattivi ma punti di vista, tutti dignitosi e tutti interessanti. Si tratta di un percorso di Apprendimento. (…)»
Tesi e sviluppo del libro
La tesi del libro viene esposta in incipit dall’autore già nelle prime pagine, tesi che andrà a sviluppare in seguito con esempi e teorie del caso. La riportiamo in seguito citando il testo.
Tesi:
Il conflitto è pervasivo in tutte le organizzazioni, soprattutto in quelle aziendali. Ma i conflitti possono essere positivi per le organizzazioni. Si può imparare dal conflitto a patto che non sia disfunzionale.
Come?
La sfida, per i manager e coloro che abitano le organizzazioni, è quello di adottare una strategia di risoluzione adeguata alla situazione e alle persone coinvolte.
I contro:
In presenza di un conflitto in azienda, manager capi e dipendenti tendono a ignorarlo, a fare solo finta di affrontarlo, a burocratizzarlo fino a sfinire i contendenti, a tenerlo segreto o a eliminare gli antagonisti. Porta allo «schiacciamento della controparte che magari aveva qualcosa di buono da apportare e che, comunque, il più delle volte continuerà a convivere nello stesso ambiente ma con un senso di repressione e voglia di riscatto quando, addirittura, non di vendetta» [p.19].
Definizione
Litigare significa “avere un contratto armonioso e vivace a parole” e litigare non è di per sé un male. L’animosità è dovuta alla passione e all’interesse con cui si difende una posizione.
Struttura del libro
Senza una netta divisione, il libro si sviluppa in quattro parti.
Il primo e il secondo capitolo intitolati “perchè litighiamo” e “perchè non litighiamo” tendono a delineare alcuni aspetti generali partendo dalle definizioni (cos’è il litigio e come riconoscerne uno).
Si parla del legame che intercorre tra litigio e evoluzione delle specie, si prosegue con la definizione della figura del leader e di come i suoi aspetti negativi e carismatici possano condizionare l’andamento di una squadra.
Il terzo capitolo, “Perchè litighiamo male” mostra come liberarsi dalle emozioni negative, credenze e ruoli. Vengono così messe le basi per l’ultimo capitolo, “litigare bene in azienda (strumenti e idee utili)” per cercare di spostare il conflitto in azienda sul piano razionale, capirne la logica e analizzare le fasi e l’andamento.
La pandemia e lo smart working: come gestire la lite dietro uno schermo
Il Lockdown per molti ha cambiato il modo di lavorare. Se lo smart working ha i suoi vantaggi, è più difficile relazionarsi con tutte le persone da dietro uno schermo anche perchè la comunicazione non è sempre di tipo verbale.
Prima ancora di un confronto con gli altri è necessario capire che ogni individuo ha le proprie convinzioni, frutto di un vissuto che prende forma dall’esperienza. Studi dimostrano che è più facile circondarsi di persone che hanno le nostre stesse idee, soprattutto in un mondo come il nostro in cui tutto viene veicolato dalle nostre ricerche sul browser. Si parla così di Filter bubble e bias di conformità che indica un ambiente (soprattutto online) in cui le persone sono esposte solo a informazioni conformi alle loro convinzioni esistenti. Se da un lato viene detto che l’algoritmo ci “plagia” mostrandoci solo il nostro ambiente di comfort, dall’altro viene detto come questa sia anche una teoria semplicistica e la sfida è quella di cercare di assumere le proprie responsabilità.
In fondo per “evolversi” c’è sempre bisogno di un pensiero divergente, da cui creare una convergenza e dei punti di contatto.
C’è una frase che ho sottolineato con l’evidenziatore giallo: “Non ci si salva da soli in un mondo complesso”.
L’autore Sebastiano Zanolli
Manager, advisor e speaker aziendale, Sebastiano Zanolli è un esperto di gestione del cambiamento. Come autore ha scritto anche altri libri come “Alternative” e “La Grande differenza”.
Rimandiamo qui all’intervista all’autore per ulteriori approfondimenti.
Stile Narrativo
Sebastiano Zanolli riporta e spiega teorie complesse con parole facili, di volta in volta il messaggio arriva in maniera chiara e comprensibile. Le pagine sono intervallate da piccole infografiche che spiegano quello che è stato letto in precedenza, con frasi riassuntive.
Si tratta di un breve trattato di psicologia cognitiva che ripercorre le tappe di alcuni importanti studi del settore.
Come una tesi magistrale, nella citazione del lavoro di altri studiosi si avvalora la tesi dell’autore: tanti esempi empirici, fatti e argomentazioni vengono intavolati uno dopo l’altro e presi a confronto.
Conclusione e Don’t Look Up
L’ultimo capitolo del libro parte con una citazione di Don’t Look Up, Film che abbiamo visto su Netflix e che abbiamo recensito qui. Il libro si conclude con un’analisi della società odierna portando un esempio lampante di come sia dannoso far finta di non vedere l’elefante nella stanza.
Pubblico e target: a chi può piacere e perchè leggere il libro
Guerra o pace è un libro che sprona a “copiare” alcuni modelli e a prendere spunto dalle diverse fonti citate per imparare a intavolare o a gestire una lite che porti a un risvolto positivo.
180 pagine, il font stampato non è troppo piccolo e si legge bene anche all’aperto. Anche se le tematiche trattate riportano studi accademici e l’autore è un esperto in materia, Guerra o pace non è un trattato specialistico. É un libro per neofiti adatto a chi, sotto l’ombrellone, più che il romanzo sceglie l’impegno di un saggio breve raccontato con leggerezza. Guerra o pace potrebbe essere una guida pratica per chi sente la necessità di migliorarsi soprattutto sul posto di lavoro; utile ai manager a capo di un team aziendale, pratico per tutte le persone coinvolte all’interno di un gruppo di lavoro.