di Francesca Bianchessi
Beef, Lo scontro
La serie Netflix fatta di umorismo nero e vita quotidiana, che sta scalando le classifiche di visualizzazione della piattaforma.
Una serie in cui è facile immedesimarsi nei protagonisti, complici le vicissitudini estreme ma credibili e dei personaggi grigi: né positivi, né negativi.
I protagonisti sono Danny (Steven Yeun, The walking dead) e Amy (Ali Wong, Always Be My Maybe) due sconosciuti di estrazioni sociali molto diverse ma no: se vi aspettate una critica sociale alle differenze di classe, vi sbagliate. Lei è un’imprenditrice, marito ricco figlio di un artista famoso, una figlia. Lui, Danny, un tuttofare che arranca. Le loro vite passerebbero lontane l’una dall’altra ma un incontro, o meglio Lo scontro (mancato), tra le loro auto in un parcheggio, accende nei due una rabbia cieca. Parte un inseguimento che si conclude con un nulla di fatto: nessun danno alle auto e nessuno dei due viene individuato da altri.
Una miccia però che infuoca la rabbia dei due, li spinge ad inseguirsi e a sputarsi veleno, e non solo, l’una sull’altro e viceversa, in un crescendo di disagio, ira e malumori che, non potendo essere sfogati sulla propria vita, si riversano sullo sconosciuto nemico.
La serie prosegue sul filo della tensione per tutte le 10 puntate, dove il nemico concreto dei protagonisti si riconosce essere il finto sorriso che si costringono a mostrare al mondo.
Non è certo la serie che viene studiata come pietra miliare della Storia delle Serie, al suo interno ha però esimi antenati tra cui Desperate housewives (2004-2012) e Breaking bad (2008-2013): in entrambe le serie infatti le vite apparentemente normali e felicissime dei protagonisti, prendono brutte e brusche deviazioni quando gli accadimenti soverchiano il normale scorrere delle loro esistenze.
La regia di Lee Sung Jin è pulita e chiara, con un buon montaggio sonoro. Plauso anche alla versione italiana del doppiaggio che brilla, soprattutto, nei momenti di rabbia esplosiva espressa in una sequela di parolacce possibili solo in italiano.
Ci rimane solo una domanda a questo proposito: perché il titolo originale “Beef” (manzo) che rimanda alla macelleria e all’impotenza (dello spettatore e dei protagonisti) è stato tradotto in un banale “Lo scontro”?