di Erika Lacava
Presentata a Milano al Museo della Permanente il 3 Ottobre la mostra “Raffaello2020” alla presenza delle autorità: Cesare Cerea, Vicepresidente della Permanente, Domenico Piraina, Direttore di Palazzo Reale nelle veci di rappresentante per il Comune di Milano, e Vincenzo Farinelli, curatore della mostra. La mostra gode del Patrocinio del Comune di Milano, di Perugia, di Urbino, di Città di Castello e di Firenze.
Il progetto ha firma “Crossmedia Group”, società di produzione multimediale con all’attivo le mostre interattive più note negli ultimi anni: Klimt Experience, Monet Experience, Modigliani Experience, Inside Magritte, Van Gogh e i maledetti, oltre all’ultima Leonardo Experience da poco conclusasi a Firenze. Passaggio di testimone quindi tra le celebrazioni del 500esimo dalla morte di Leonardo (2 maggio 1519) al 500esimo dalla morte di Raffaello (6 aprile 1520). Leonardo e Raffaello, contemporanei e amici, anche se diversa generazione: Leonardo anziano e al vertice della fama, Raffaello giovane ai suoi primi esordi da pittore autonomo.
Più che mostra, un’esperienza multimediale immersiva, che declina diversi mezzi tecnologici per ricreare un effetto spettacolare: ideogrammi, realtà aumentata, realtà virtuale e immersiva. L’obiettivo non è sostituirsi alle mostre tradizionali ma divenire complementare allo studio delle opere e alla didattica, in particolar modo dei più giovani, abituati oggi alle tecnologie interattive dell’EDU gaming. La mostra vuole indirizzarsi a quell’oltre 70% degli italiani che non frequenta i musei, abbattere le barriere culturali e incuriosire lo spettatore.
Per questa sua vocazione didattica la mostra è stata selezionata dal Ministero degli Affari Esteri per promuovere prima Leonardo e ora Raffaello all’estero, con dei veri e propri tour che porteranno la mostra in Sud America, Russia e Asia. Un invito aperto ad andare a cercare i suoi capolavori alla Galleria Nazionale delle Marche a Urbino, lo Sposalizio della Vergine alla Pinacoteca di Brera, il Cartone della Scuola di Atene all’Ambrosiana di Milano, l’autoritratto alla Galleria degli Uffizi a Firenze.
Più che una mostra, dicevano, un’esperienza, che punta a coinvolgere lo spettatore con immagini e musica, in una sorta di racconto. Una introduzione alla mostra e una novità anche per questo genere di esperienze è la sala degli ologrammi in cui i personaggi si avvicinano al pubblico raccontandosi in prima persona in luoghi chiave della loro esistenza. Basati sulle “Vite” del Vasari e sceneggiate in versione teatrale, il teatro degli ologrammi racconta dell’inizio della pratica pittorica di Raffaello a fianco del padre, Giovanni Santi, della sua giovinezza nella bottega del Perugino, rapidamente superato in maestria, e successivamente l’inizio della carriera indipendente, a cui si affiancano commesse con il Pinturicchio. Nella sala immersiva saranno poi evidenziati i debiti nei confronti del Perugino per il suo Sposalizio della Vergine, ripreso da quello del maestro ma superandolo nella maggior profondità data alla sua città ideale e nel morbido volume dei personaggi, e verso la composizione della Sant’Anna di Leonardo nella Madonna del Cardellino e nella Madonna del Belvedere di Raffaello.
Si evidenzia nei racconti il carattere amabile di Raffaello, intellettuale a tutto tondo dotato di una personalità empatica che conquista; la sua disinvoltura nella vicinanza con i potenti che gli garantisce grosse committenze ecclesiastiche, il suo spirito da cortigiano che lo differenzia in modo netto e aperto dal carattere burbero del contemporaneo Michelangelo, che sarà invece considerato supremo maestro negli anni successivi, accanto a Caravaggio.