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Stavamo bene insieme

Stavamo bene insieme – Ricordi di emozioni rossonere

23 Ottobre 2022
727 Views
di Ludovico Riviera

Stavamo bene insieme. Ricordi di emozioni rossonere

Stavamo bene insieme: 6 giocatori che fecero la storia di una squadra conosciuta nel mondo ricordano i momenti d’oro di un’epoca.

Il calcio italiano

Credo di avere un rapporto di strana affinità col calcio.
Non sono mai stato bravo a giocarci, e ciò ha generato – oltre che un persistente senso di inadeguatezza – un atteggiamento snobista. Ciò mi spinse, sul finire delle superiori, a smettere di tifare.

Guarda caso, però,  riuscì a godermi l’epoca ancelottiana del Milan, la squadra il cui tifo, come spesso accade, ereditai da mio padre. La caduta del mio interesse per lo sport avvenne, più o meno, proprio alla fine di quell’epoca. Dopo anni di oblio ho riscoperto l’entusiasmo per il famigerato gioco, e ripresi, quasi per caso, a seguire il Milan.

Rimasi folgorato.

Stavamo bene insieme

@Nexo Digital

Appresi che la squadra, dopo i trionfi della prima parte dell’epoca berlusconiana, attraversò anni gestionali difficili, problemi che inevitabilmente riversarono sulle prestazioni del team di giocatori che, quasi tutto a un tratto, si ritrovarono depauperati della spina dorsale che per anni resse le sorti dei trionfi rossoneri.

Maldini e chiacchiere trionfali

A distanza di pochi anni lasciano ‘i senatori’: giocatori come Maldini, Gattuso, Nesta, Inzaghi e Pirlo segnarono l’era vincente di una squadra che fu, proprio grazie a loro, considerata una delle più forti di sempre. Massimo Ambrosini, l’ultimo di loro a mollare, e assunto da anni il ruolo di menestrello della squadra (commentatore calcistico, si adopera per sponsorizzare il Milan attraverso varie partecipazioni tv, video su Youtube e in ultimo questo documentario) è anche il commentatore esterno di un dialogo, un memoriale parlato, tra i succitati giocatori, che chiacchierano amabilmente al centro del campo di San Siro, ricordando glorie passate. Chiacchiere trionfali.

Stavamo bene insieme

 

Una squadra che segnò un’era non può che essere commentata solo da chi ne fece parte, o da chi la affrontò ad armi pari.
Sentir parlare del Milan da chi quel Milan lo creò, è qualcosa che ogni tifoso che si rispetti non dovrebbe perdere.

Proprio ultimamente, che la nuova squadra attuale è reduce da un meritato scudetto dopo anni di astinenza, sarebbe importante ricordare da quale storia proveniamo: il tempismo di Dazn nello sfornare la sua prima produzione documentaristica è degno di nota. Lo fa per indubbie esigenze economiche, ma anche certamente per tentare di tracciare una continuità tra quel passato e l’attuale presente – una continuità in realtà effettiva, dato che Paolo Maldini, tra i calciatori più rispettati al mondo, è l’attuale dirigente dell’area tecnica rossonera: un eterno del Milan.
Ho amato vedere questo documentario anche perché, del tutto casualmente, ho ripreso a tifare il Milan proprio all’inizio di una nuova parabola ascendente, che ci auguriamo possa essere paragonabile al quinquennio descritto nel film.

Stavamo bene insieme

@Nexo Digital

Il docufilm è sostanzialmente semplice. Costituito da una chiacchierata tra amici ed ex colleghi affiatati, è inframezzato da immagini di (commovente) repertorio, e commenti di persone esterne – dirigenti come Galliani, o avversari come Buffon – che non fanno che glorificare il mito di una squadra che si merita un tale trattamento. Non senza dimenticarne le ombre: la finale di Istambul del 2005 e quei ‘6 minuti di follia’, nei quali il Liverpool del secondo tempo rimonta i 3 gol di scarto, fino a vincere la Champions League ai rigori. Ancora oggi quella finale è ricordata come la più grande tragedia sportiva di una squadra che, però, ebbe il carattere di riguadagnarsi lo stesso trofeo due anni dopo, vendicandosi proprio contro il Liverpool.

Insomma, non si può parlare di un documentario che parla di Milan, senza parlare del Milan.
La semplicità del prodotto sta nel saper sfruttare la pura e semplice ammirazione del tifoso per dei colossi della storia del calcio italiano e mondiale. Persone i cui meriti sportivi li hanno dotati di un aura e di una eloquenza (sì, anche i calciatori diventano eloquenti) che ancora oggi riverberano, soprattutto se orchestrate nel montaggio di un prodotto (regia di Mattia Molinari) che si configura immediatamente come un bellissimo regalo per i sostenitori di questa incredibile squadra.
Prodotti del genere sono la sottolineatura di quanto il mondo odierno, benché apparentemente secolarizzato, continui ad aver bisogno di rituali di sorta per produrre nelle persone quel senso di coesione e appartenenza proprie di una civiltà degna di tal nome.
Che piaccia o meno, il calcio è uno di questi riti, e ancora per anni si trascinerà dietro la forza poetica e mitica delle antiche leggende.

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