di Noemi Stucchi
Cosa succede a un padre iperprotettivo nel momento in cui la propria figlia si fidanza con la persona sbagliata? È chiaro che farebbe di tutto per sbarazzarsi del pretendente. Dopotutto “è per il suo bene”.
Nel tentativo di sabotare le relazioni delle loro bambine-cresciute e spinti dalla convinzione di salvaguardare il loro bene, tre cognati si trovano ad unire le loro forze mettendo in atto un piano rocambolesco che metterà a dura prova i loro stessi matrimoni. La dinamica della storia si complica, tre storie parallele si intrecciano nel grande racconto corale. Senza svelare il finale, diremo solo che tutto è bene quel che finisce bene. Ma il bene di chi?
Il film è distribuito da Medusa Film e dal 2 luglio è stato adottato dalla piattaforma Amazon Prime Video. Prodotto da Roberto Sessa come remake del film “Es por tu bien” di Carlos Therón, “È per il tuo bene” si cala nella commedia italiana grazie alla regia di Rolando Ravello, al contributo alla sceneggiatura di Fabio Bonifacci e alla fotografia di Fabrizio Lucidi.
Valentina (Matilde Gioli) abbandona l’altare per scappare con Alexia (Lorena Cesarini) unico suo vero amore. Nel ruolo del padre Arturo, Marco Giallini dovrà fare i conti con la fidanzata della figlia, una donna di colore e per di più vegana. Alla fine, inutile dirlo, Arturo dovrà fare i conti con i propri pregiudizi. Sì, solo alla fine; nel frattempo escogita un piano diabolico per intralciare la loro storia d’amore coinvolgendo anche i cognati che, per ironia della sorte, si trovano nelle stesse condizioni.
Sergio, interpretato da un irascibile Giuseppe Battiston, ha problemi di autocontrollo e proprio non riesce a trattenersi davanti alla relazione tra Sara (Alice Ferri) e Luigi (Alberto Lo Porto), artista e noto donnaiolo che ha trent’anni più di lei.
Antonio (Vincenzo Salemme) fa il poliziotto e dovrà scontrarsi con Biondo, il giovane cantante trap prestato al cinema che interpreta se stesso calandosi nelle vesti del ragazzaccio che potrebbe portare sulla cattiva strada la figlia Marta (Eleonora Trezza).
Cercando di far fuori i malcapitati partner di turno, il trio mette in atto un piano tanto estremo da risultare al di là di ogni limite concesso. Il fantomatico trio, folle oltre ogni misura, darà adito a una serie di gag divertenti e sopra le righe.
La vicenda è raccontata da un unico punto di vista, prettamente maschile, che mette in luce l’apprensione del ruolo paterno. Anche se alle mogli/madri viene affidato un ruolo di spalla, sono le vere protagoniste silenziose, figure forti e capaci di ricucire insieme i pezzi della famiglia. Interpretate da Isabella Ferrari (nel film Isabella), Valentina Lodovini (Paola) e Claudia Pandolfi (Alice), sostengono le figlie e allo stesso tempo cercano di salvare il loro matrimonio.
Sovrastati dalla complicità femminile, i tre padri verranno rimessi in riga dalle stesse mogli.
Seppur convinti di agire per il bene delle figlie, il trio paterno agisce prima di tutto per il proprio bene nel disperato tentativo di preservare l’orizzonte della propria comfort-zone. Ma alla fine dovranno ricredersi.
Nella distanza generazionale e nello scontro “padri contro figlie”, la commedia sfiora temi importanti. All’azzardo delle scelte giovanili si affianca l’inascoltato giudizio imposto dall’autorevolezza genitoriale, incapace di dare consigli. Il film è divertente ma verso la fine del film le parole della canzone di Biondo sembrano voler svelare alcune note amare:
“Sono ciò che sono, non sono ciò che ti aspetti. Mia madre mi ripete che lo fa per il mio bene, ma io ho le spalle forti per il tuo bene.“