di Marta Dore
«Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in sé il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere».
Inizia con queste parole la nuova versione cinematografica di Emma, uno dei libri più famosi di Jane Austen, pubblicato nel 1815: subito intuiamo quindi che per questa bella, giovane, intelligente e ricca dama inglese la pace del cuore sarà presto finita.

Anya Taylor Joy
Il film è firmato alla regia dalla fotografa e autrice di videoclip statunitense Autumn de Wilde, alla sua prima prova con il cinema, che riesce a donare un sapore di contemporaneità a un film in costume e fedelmente ambientato nell’Inghilterra rurale degli inizi dell’800.

le ragazze del collegio
Emma, la protagonista, è interpretata da Anya Taylor-Joy, che diventerà poi Regina Degli Scacchi (qui la recensione) nella bellissima serie di Netflix che ci ha tenuto compagnia durante i lockdown: Anya, attrice anglo argentina, porta sullo schermo la sua figura elegante, perfetta icona di una dama inglese in pieno Romanticismo, ma anche una bellezza molto particolare, che la rende affascinante e complessa proprio come ci immaginiamo siano tutte le eroine della Austen.

il picnic
Il film, infatti, tra le varie qualità annovera anche l’azzeccata scelta degli attori. Se Taylor-Joy è un’Emma perfetta, molto ben scelto è anche Johnny Flynn nei panni di George Knightley, l’amico di famiglia che ama segretamente Emma, anche se lei nemmeno lo vede (almeno per un po’): ombroso e molto sensuale, risulta alla fine irresistibile anche per una ragazza tutta concentrata solo sugli amori altrui.

Flynn alias George Knightley
Ben scelti anche gli attori e le attrici di contorno. Per esempio il britannico Bill Nighy, che interpreta il padre di Emma, vedovo un po’ nevrotico e possessivo, ma anche sensibile e perspicace, a cui Nighy dà una sfumatura comica molto delicata. Azzeccate e brave anche Mia Goth nei panni di Harriet, l’amica sempliciotta di Emma, e Miranda Hart, comica britannica che regala umanità e tenerezza a Miss Bates, l’amica più anzianotta della giovane Woodhouse, goffa e provata dalla vita, facile bersaglio di un vago bullismo da parte di Emma, che poi se ne pentirà…

una scena del film
Emma Woodhouse, dicevamo, all’inizio del film è felice e serena, tutta impegnata a combinare matrimoni per la sorella prima (e pazienza se il matrimonio è tutt’altro che felice) e per la sua amica Harriet poi (e pazienza se anche qui sbaglia la mira, causando sofferenze a destra e a manca). Del tutto disinteressata a sistemarsi lei stessa, anche perché mai lascerebbe solo il suo amato padre, succede inevitabilmente che l’arrivo di un giovane aitante ereditiere scombussoli i suoi piani; poi però le cose non vanno mai come devono andare (o forse sì?) in questo genere di film, ed Emma troverà l’amore molto molto molto più vicino di quanto pensasse.

Johnny Flynn
Emma è una commedia romantica molto godibile, che ripropone con leggerezza e giocosità i soliti schemi propri dei libri della Austen, in cui le eroine si distinguono dal modello sociale costruito per le ragazze di due secoli fa – l’importante è fare un buon matrimonio, possibilmente che faccia salire nella scala sociale – e appaiono indipendenti e volitive; salvo poi capitolare con l’uomo che mai avrebbero pensato di desiderare: scontroso quanto si vuole, ma sempre ricchissimo.

Emma e George
Ciò che incanta qui sono i costumi e la scenografia. I primi sono una creazione di Alexandra Byrne, pluricandidata agli Oscar e vincitrice per il film Elizabeth: The Golden Age con Cate Blachett: il livello estetico e di ricostruzione storica è altissimo e non ci si stanca mai di guardare le fogge, i colori e i tessuti che rivestono tutti i personaggi.

i colori pastello della scegnografia
Quanto all’ambientazione e alle scenografie, la tenuta inglese dove la giovane Emma vive è una perfetta architettura georgiana (si tratta di Wilton House, residenza nobiliare nella campagna inglese), mentre all’interno sembra una casa delle bambole ottocentesca. Colori pastello – su tutti il lavanda, il pesca e il menta – che si avvicendano declinati in tutte le possibili sfumature nella tappezzeria fiorata e nei paraventi rivestiti di broccato. Tutto è studiato nel minimo dettaglio e si armonizza con i costumi in ogni aspetto. Ecco allora che se le vicende del film scorrono lievi e divertenti, l’esperienza estetica che se ne trae dura a lungo, con il pericoloso effetto collaterale di immaginarsi tutte vestite come Emma e l’incauta idea di ridipingere casa con gli stessi colori pastello ammirati sullo schermo: temo non altrettanto piacevoli in un appartamento di città.