di Silvia Celesti
Jasmine Trinca regista
È stato presentato al Festival di Cannes di quest’anno (vedi la qui la lista completa) nella sezione fuori concorso Séances spéciales ed è il primo lungometraggio che vede Jasmine Trinca alla regia. Già interprete molto acclamata di film come La dea Fortuna (di Ferzan Ozpetek), Fortunata (di Sergio Castellitto), La meglio gioventù (di Marco Tullio Giordana), La stanza del figlio (di Nanni Moretti), film quest’ultimo che ha segnato il suo esordio, è una delle più apprezzate attrici a livello internazionale. Schiva e lontana dai protagonismi, fa parte di quegli artisti che si prendono la scena perché hanno qualcosa da dire. E quel qualcosa lo dicono in un modo così intenso, delicato e autentico da colpire nel segno. Marcel!, come dicevamo, è la sua prima opera alla regia, dopo il corto BMM – Being My Mom (2020), da cui nasce l’idea stessa di Marcel!. Il corto, infatti, sviluppa la storia di una mamma (Alba Rohrwacher) e figlia (Maayane Conti) che girovagano per una Roma deserta in un caldo giorno d’estate, portandosi appresso una pesante valigia. Le ritroviamo in Marcel!, madre e figlia, con un rapporto difficile, in un percorso di crescita, nel quale i ruoli si perdono.
“Marcel dove sei finito?” – trama
Marcel è il nome del cagnolino (e omaggio all’attore e mimo francese Marcel Marceau) che questa mamma, artista di strada, ama in maniera assoluta, è il suo compagno di esibizione e rappresenta per lei molto altro. La figlia vorrebbe quell’attenzione che la mamma rivolge a Marcel. Sarà la scomparsa di Marcel ad avvicinare le due.
Si legge nella presentazione ufficiale del film: “Una bambina ama sua madre, ma sua madre ama Marcel, il suo cane.” E la storia gira tutta intorno a questo legame familiare, in un viaggio tra fiaba e realtà, in uno spazio e un tempo sospesi. La trama tocca alcuni elementi autobiografici di Trinca che in questo film ha messo sia il suo essere figlia che il suo essere mamma, in quella che diventa una trasfigurazione attraverso la lente dei ricordi e non una rappresentazione della realtà, una rielaborazione fiabesca del proprio vissuto. Trinca porta in scena personaggi complessi nei quali fragilità e forza, cattiveria e bontà si alternano e confondono. Il tutto in una Garbatella desolata, irreale e fantastica. Il tono è deciso e gentile, dolce e crudele, come i personaggi di questa fiaba.
Perché ve lo consiglio
Sono tanti gli elementi che fanno sì che Marcel! sia un film ben riuscito: la fotografia (Daria D’Antonio), la scenografia (Ilaria Sadun), le inquadrature che cercano la poesia, le eccellenti esecuzioni delle protagoniste e quel tratto che ritroviamo anche negli altri lavori di Trinca, dalle interpretazioni alla regia, che ha a che vedere con la sua propensione a porgere le storie con uno sguardo lucido, sottile in grado di rendere la complessità e potenza dei legami e con quella mancanza di protagonismo di cui abbiamo detto, che, nella straordinaria capacità di una sana distanza da sé, regala molto a quello che fa.