di Federica Piergiacomi
Tre angeli in scena, e quando ci ricapita di averne davanti addirittura tre? Anche se l’aspetto può ingannare, possono sembrare normali esseri umani, sono in realtà le entità a cui ci rivolgiamo più spesso. Si badi bene però che queste tre creature non sono angeli custodi per persone, sono, come recita il sottotitolo del loro spettacolo, figli di puttini.
Con un entrata in scena esplosiva capisci già che lo spettacolo non sarà facile, non avrai tempo per dormire, per rispondere ai messaggi delle amiche che non senti da tempo, per fare la lista della
spesa e nemmeno per scartare le tanto agognate caramelle. Hai davanti tre angeli che captano nel giro di un nano secondo le tue distrazioni e ti riportano con tutto il corpo, piedi compresi, nel centro dello spettacolo. I modi beh… i modi sono più o meno leciti, sono pur sempre… figli di puttini!
Appena poco più di un’oretta, poi ci si potrà rilassare davanti ad una birra o ad un bicchiere di vino, l’impegno che ti crea questo spettacolo, in scena all’Elfo Puccini di Milano fino a domenica 11
dicembre è notevole. Molti affezionati del teatro ricorderanno il loro precedente spettacolo, Dopodichè stasera mi butto, e per quelli che non hanno avuto il piacere di vederlo, beh, possono recuperare iniziando a conoscerli in modo spirituale proprio in questi giorni.
In scena dunque, lo abbiamo detto, tre angeli, con loro pochi elementi scenici ma efficaci capaci di movimentare l’immagine in sintonia con la capacità di movimentare il pubblico sulla poltrona che hanno i 3 attori, pardon… le tre creature celesti. Creature celesti, angeli, ma non quelli dei dipinti sacri, quelli moderni, di oggi, non attuali, di più, angeli 3.0. Sono gli spiriti funzionali quelli a cui votarsi per superare gli esami, per rimorchiare, per il salto della quaglia.
Questo lavoro di Generazione Disagio che ha debuttato a Genova lo scorso anno, guidato dal regista Riccardo Pippa con Graziano Siressi, Enrico Pittaluga e Luca Mammoli alterna momenti allegri, a momenti spassosi, a momenti di altissimo cinismo. Si cerca di dire qualcosa, ma facendo ridere il pubblico, il ritmo è denso e serrato più o meno solido, dipende dalle scene, molte governate da improvvisazioni. Le scene, di Anna Maddalena Cingi, sono minimali ma efficaci nel rendere una modernità offuscata e poco attenta ai dettagli. I costumi, di Daniela De Blasio e la stessa Anna M. Cingi irriverenti e quasi semplici nella loro complessità li aiutano nella preparazione di un personaggio che attinge sia alla tradizione che alla contemporaneità e integra perfettamente azione, tempo e spazio.
Insomma cercate un modo per redimervi? State pensando di andare a teatro così avrete fatto la vostra buona azione della settimana, magari accompagnando qualcuno? State sbagliando strada. O
forse è meglio che prendiate la via sbagliata mentre vi recate al teatro. Ma se vi convincete di arrivare al Teatro, beh, allora troverete un angelo nuovo a cui votarvi e potrete portarvi a casa addirittura un santino per pregarlo tutte le volte che ne avrete bisogno.