di Francesca Bianchessi
Rapiniamo il Duce
Un film di Renato De Maria (Netflix, 2022) la cui vicenda si svolge negli ultimi giorni di guerra a Milano.
Il protagonista, Pietro Lamperti detto”Isola” (Pietro Castellitto), ha un amore, Yvonne (Matilde De Angelis) e una vita da contrabbandiere. Dopo un affare fallito con un gruppo della resistenza, decide, per svoltare e rifarsi una vita con Yvonne, di rapinare i fascisti di tutto l’oro razziato negli anni di guerra.
Il piano è entrare nella “zona nera”, il centro militare più sorvegliato d’Italia, mascherando la sortita simulando un attacco aereo alleato, con una squadra di falsari, ladri, piloti. Nel mentre Yvonne ha una relazione con il gerarca fascista Borsalino (Filippo Timi), la cui moglie (Isabella Ferrari) si allea con i nostri e così rivalersi sul marito fedifrago.
Non vi diciamo come finisce la storia ma, date le premesse, tutto vi aspettereste tranne che un film… poco interessante. Eppure un indizio lo troviamo in tutto quello che avete letto sopra: forse un po’ troppa carne al fuoco e troppo velocemente.
Attori
Gli elementi per far bene ci sono tutti ed erano anche tanti, a partire da un cast di valore che, oltre ai già citati, conta anche Alberto Astorri (Si muore tutte democristiani, 2017), Tommaso Ragno (Nostalgia, 2022, trovate qui la nostra recensione del film), Maccio Capatonda (Italiano medio, 2015).
Non solo gli attori, il reparto visivo ed effettistico vale e dimostra che c’è una grande maestranza anche in quei reparti dove, fino a qualche anno fa, il cinema italiano peccava, e parecchio. Non solo nella ricostruzione di una Milano di fine guerra ma anche nelle scenografie che ricordano, in parte per la colorazione, “Bastardi senza gloria” (Tarantino, 2009).
Altri film
Il film vuole richiamare il filone di film di guerra, portati in scena prendendoli per il loro verso estremo, in chiave supereroistica come “Jojo Rabbit” (Waititi, 2019 ecco qui la recensione del film e qui il nostro punto di vista dello spettatore) o “Freaks out” (Mainetti, 2022) che già comprendeva nel cast Castellitto e che trovate recensito qui.
Ecco se avete presente il film di Gabriele Mainetti, noterete quanto siano tanto più estremi i personaggi di “Freaks out” rispetto a quelli di “Rapiniamo il Duce”. Questo è lungi dall’essere un difetto, il personaggio non deve sparare raggi laser per funzionare, ma occorre una narrazione adatta a questi personaggi, più simile ad un film come “Ocean’s Eleven” (Soderbergh, 2001) che ad un film Marvel.
Il film di Mainetti ci viene incontro anche per un altro motivo, forse quello che davvero è da lavorare maggiormente in “Rapiniamo il Duce” e questo elemento sono i dialoghi. Talvolta si ha l’impressione che i personaggi del film non si ascoltino tra di loro e non c’è attore che possa compensare questa mancanza.
Vi invito comunque a guardare il film, con l’obiettivo di vedere la tecnica raggiunta da scenografi e dal comparto grafico. Vedrete inoltre all’opera una bella squadra di attori e una bella resa di effetti speciali.
Speriamo prossimamente di vedere tutti questi elementi estremamente positivi in un composto più coeso e omogeneo.