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NON SOLO CANZONETTE – EPISODIO 8

19 Giugno 2017
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di Danilo Longano

Sei un uomo libero, non dimenticare di esercitare la tua libertà.

Con queste parole mi avvio alla macchina attraverso i corridoi asettici dell’ospedale. La luce fuori è troppo forte. Da quelle poche parole scaturiscono mille domande. Il dottore ha davvero colpito nel segno. Io so cosa ha letto nei miei occhi.
Non sono mai stato un grande nostalgico. Sono sempre stato intensamente attaccato al presente, per non lasciare che il passato mi seppellisse e che il futuro mi scivolasse di mano.
Era il 2001, il mio primo concerto. Una band che per me era un mito. Catapultato negli anni novanta non potei non innamorarmi dei Timoria. Anche se troppo piccolo, la musica rock di quegli anni mi aveva davvero fatto innamorare, nella maniera più genuina del termine.
Sentire dal vivo una band che arrivava da quel periodo è stato incredibile.
Questa è la prima cosa che ho raccontato molti anni dopo ad Omar Pedrini, quando per la prima volta lo conobbi.
Da quel momento è stato come se ci conoscessimo da sempre. Ho una grande ammirazione per lui, lo confesso. Non starò qui a dirvi che persona è Omar Pedrini. Lascerò che le sue canzoni ve lo raccontino..

Come se non ci fosse un domani, è l’ultimo lavoro di Omar. Pubblicato il 12 maggio 2017.

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10 tracce che alternano momenti intimi, poesia d’autore e cantautorato. Omar ha indubbie qualità da rocker e riesce a descrivere bene i sentimenti vissuti nell’epoca attuale, parafrasando i miti della società moderna.
La title track, è il primo singolo estratto dal disco. Il ritornello è davvero accattivante, musicalmente poi il brano ha un bellissimo andamento, dal rock pop, alla dance, al funky. Il testo è un inno, un tributo alla vita vissuta in un mondo ideale. Piccoli pensieri lasciati in eredità, chissà se qualcuno mai se li ricorderà quando sarà il momento.
E’ un bel viaggio questo disco. Un’autostrada percorsa alla giusta velocità. Con i pensieri che scorrono come le tracce, cemento e fiori si alternano nel panorama. Ogni tanto una goccia di pioggia.

Omar racconta se stesso, e un po’ dell’essere uomini oggi. Racconta la Milano che non si vede in foto, la Milano di tutti i giorni.
Omar parla dei giochi d’amore, parla di donne angelo e ribellione accompagnato dal flauto di Ian Anderson, che per poco non mi faceva cadere dalla sedia.
Grandissime collaborazioni in questo disco, che continuano con Noel Gallagher (con cui ha scritto Un gioco semplice), e Lawrence Ferlinghetti noto poeta statunitense con cui Omar ha scritto Desperation Horse. Il disco è stato prodotto da Omar e Carlo Poddighe, eccezionale musicista Bresciano, che ha curato anche parte dei mix con il fratello Andrea.
Nel disco non mancano i momenti un po’ leggeri e ironici (almeno così pare a un primo ascolto), grazie a brani come Dimmi non ti amo.

La traccia finale, è uscita qualche tempo fa anticipando il disco, ed è dedicata a Freak Antoni artista italiano scomparso nel 2014. L’orchestra e i suoni psichedelici si uniscono magistralmente dando la giusta forma a una melodia ipnotica per un tributo davvero emotivo.

Grazie Omar, con affetto.

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