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Zum See

di Arianna Di Perna

Il 19 ottobre ho avuto l’onore di partecipare alla visione dei cortometraggi in concorso nella sezione dedicata Alice nella città, del Festival del Cinema di Roma con riferimento al corto di Federico Fasulo ZUM SEE lavoro prodotto da Eclettica e distribuito da Gorrilla Distribution. La giovane casa di produzione nata da un collettivo di giovani milanesi mette in atto progetti cinematografici dove lo scambio di idee e la vita vissuta sono la base dei loro prodotti (per saperne di più, rimandiamo qui all’intervista).

Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con il regista Federico Fasulo e il montatore Andrea Sbarbaro.

Alice nelle città

Come è nato questo nuovo progetto tra Eclettica e il regista Federico Fasulo?

Quello che abbiamo voluto portare in scena è l’essenzialità della storia del progetto artistico e del lavoro di squadra. L’idea parte dai disegni di un fumettista giapponese Tsutomu Nihei, abbiamo dunque voluto far emergere, dalle sue atmosfere sospese, una storia che con la sua semplicità catturasse l’essenziale. Le scene sono per questo costruite e pensate come un insieme di quadri, un susseguirsi di momenti che rimandano all’esperienza del passare del tempo: a volte lentissimo e poi improvvisamente vicino al termine.

Sum Zee

Dipingere la storia è una caratteristica del vostro lavoro. Come portate avanti questa continuità in tutti i progetti?

Federico: La pittorialità del corto la si riconosce dalle immagini, dai colori, dall’evocazione continua di ricordi e vissuto del regista e di ognuno dei componenti del corto. Per esempio, per il titolo ZUM SEE, che in tedesco vuol dire dov’è il lago? è stato un puro caso mentre giravamo il corto nella cornice del lago, un turista tedesco ha chiesto: “dov’è il lago?” e da lì ci è partita l’illuminazione per il titolo del corto. La casualità delle cose ha portato molta naturalezza e continuità per girare le scene, per catturare lo spettatore e coinvolgerlo.

Il montaggio è molto importante nel corto, ci aiuta a immaginare cosa non vediamo, giusto?

Federico: il lavoro è stato un lavoro di immersione e comprensione tra me e Andrea, il montatore, per dare l’idea attraverso piani sequenza a macchina fissa, di cogliere la naturalità degli eventi. L’effetto della videocassetta ha poi aiutato ad accentuare e far evolvere il racconto in una rielaborazione dei ricordi, lasciando spazio all’interpretazione sull’ordine di svolgimento della storia.

Andrea: Ci sono continui rimandi per immaginarsi dei flashback e flashforward che crea dei fermi immagine su ciò che non vediamo. Togliendo ai personaggi il comunicare incentiviamo il progetto del vedere e non vedere, fuori dal campo.

Federico: L’innamoramento estivo dei personaggi è mirato a far emergere le esperienze degli spettatori: quante volte al giorno succede che una ragazza incontra un ragazzo e poi è costretta a lasciarselo alle spalle? Come il braccialetto, che all’inizio viene raccolto da lui e che lei alla fine (ma che è anche la prima scena) seppellisce sulla spiaggia, questo è un gesto forte perché lei lascia li un pezzettino di sé che un giorno troverà, forse, qualcun altro. Questo ci fa soffermare sul fatto di come le cose succedano, si creano ricordi e quasi mai sappiamo come andrà a finire; è proprio questo il bello delle storie per me: far uscire gli spettatori dalla sala e farli continuare a pensare al film.

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Nel film non c’è scena di dialogo. Qual è per te la scena più importante e significativa del corto?

La mia preferita è la scena di loro appoggiati al muro, indecisi su cosa fare o dire, perché si guardano ma i loro occhi non si incontrano mai. Lungo la realizzazione del film c’è stato grande spirito di collaborazione ed è stato molto particolare veder emergere le situazioni dalle esperienze comuni di tutta la troupe. Adesso mi piacerebbe provare a ragionarci come punto di partenza per un possibile adattamento a lungometraggio, vediamo come andrà!

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Un ringraziamento speciale va a Riccardo Copreni, co-fondatore di Eclettica, Andrea Sbarbaro, Lorenzo Maria Chierici e Jhoni Vilca.

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